Dopo un 2012 nero, per tutta una serie di problematiche burocratico-amministrative, nel primo trimestre di quest'anno importate bottiglie per 23 milioni di dollari (+445%)
Sembra essere definitivamente alle spalle l’incubo che ha perseguitato le case spumantiere italiane, in particolare quelle astigiane, per tutto il 2012 sul mercato russo. Nel primo trimestre di quest’anno, infatti, le importazioni di bollicine italiane sono ripartite, riportandosi a livelli pre-crisi, e mettendo a segno un fatturato di oltre 22 milioni di dollari, il che equivale a una performance a tre cifre: +445%, rispetto a un dato, quello del trimestre 2012, che aveva visto acquisti per soli 4 milioni di dollari.
Nel complesso, e proprio grazie al ritorno alla normalità, gli acquisti totali di bollicine sono ammontati a oltre 33 milioni di dollari, cifra quasi raddoppiata rispetto all’anno scorso. Chi soffre adesso sono i nostri cugini francesi, che chiudono il trimestre con fatturati in calo del 31%, a poco meno di 7 milioni di dollari, con un taglio pesante sui listini, il 20%, a 8,27 dollari, il minimo storico da inizio 2000.
Bene l’inizio d’anno anche per i Cava spagnoli (+37%), mentre per gli storici fornitori dell’Est europeo le cose vanno bene solo per la Moldova, mentre languono le forniture dall’Ucraina.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane russe
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