Per evitare maltrattamenti che potrebbero alterare il prodotto finale è necessario scegliere con cura gli impianti di trasferimento dei liquidi. Sono oggi disponibili macchine con livelli di regolazione sempre più precisi e con particolari costruttivi atti a preservare al meglio i liquidi trasportati
Le pompe sono utilizzate in cantina per i trasferimenti dell’uva, del mosto e del vino, durante le diverse fasi del processo enologico. Il giusto accoppiamento in termini sia di tipologia della pompa, sia di prestazioni è fondamentale per gestire un’operazione spesso è sottovalutata.
Roberto Guidetti, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Agraria dell’Università di Milano, propone, nella rubrica Tecnica Enologica (Corriere Vinicolo n. 22 del 4 giugno 2012), una guida alle principali tipologie di pompe enologiche descrivendone il funzionamento e le principali caratteristiche, soffermandosi anche sui concetti di base in materia (portata, prevalenza, aspirazione e mandata, cavitazione…) e sui principali criteri di scelta cui i tecnici di cantina e gli enologi devono fare riferimento.
Le pompe enologiche si suddividono in due principali categorie. Le pompe centrifughe, sono basate su una girante continua e riescono a fornire un flusso costante nel tempo. Sono, tendenzialmente, idonee al trasporto di fluidi poco viscosi; le pompe volumetriche si caratterizzano invece per avere una portata costante, o quasi costante, al variare delle prevalenze (prevalenza è la quantità di liquido che viene spostata nell’unità di tempo). Esistono diverse tipologie di pompe volumetriche: a stantuffo, a membrana, a vite eccentrica, a rotore ellittico, peristaltiche, a lobi, a girante flessibile, a tamponi rotanti.
La tipologia del liquido da trasferire è uno dei primi fattori da considerare al momento della scelta; nel processo enologico ci si trova infatti di fronte a diversi fluidi che non sempre sono trasferibili con la stessa pompa. Le prestazioni del macchinario devono essere valutate nell’ambito del circuito in cui è inserito ed è importante non esagerare con il valore di portata: la velocità ottimale di trasferimento del vino, infatti, deve essere compresa tra 0,1 e 0,3 m/s per evitare maltrattamenti indesiderati. È poi necessario che il processo organizzativo preveda sempre un incrocio tra i dati dell’impianto: a seconda dei casi, potrebbe rendersi necessario l’impiego di due pompe in serie, se si deve vincere un’elevata prevalenza, o in parallelo, se si deve trasportare un’elevata quantità di vino o mosto. È bene infine non sottovalutare l’aspetto dei consumi: l’introduzione di motori ad alta efficienza e la tecnologia a inverter permettono oggi di avere pompe sempre “sostenibili”.
In appendice una ricca vetrina con i suggerimenti delle aziende produttrici.
Articolo completo sul Corriere Vinicolo n. 22 del 4 giugno 2012
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