Presentati a Vinitaly i risultati del primo progetto nazionale sulle discriminazioni, promosso dall’Unar, del Dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri, e condotto nelle aziende di Collis Veneto Wine Group
Sono stati presentati l’8 aprile, a Vinitaly, i risultati del primo studio nazionale sulla presenza di discriminazioni di genere, età, etnia, cultura, nel mondo vitivinicolo, promosso e dall’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il progetto fa parte di un bando che ha selezionato 5 differenti ambiti produttivi, tra i quali Collis Veneto Wine Group è stato scelto per il settore dell’agroindustria, e ha coinvolto 212 lavoratori delle aziende del Gruppo – Cantina di Colognola ai Colli e Cantine dei Colli Berici, Casa vinicola Sartori, Cielo e Terra, Cantine Riondo -, afferenti ad ogni settore produttivo e gestionale.
Dall’indagine non sono emersi episodi patologici, strutturali, di discriminazione, disparità, disagio. L’età media degli intervistati è di 40 anni, di cui il 70% di sesso maschile, in massima parte impiegato in funzioni tecniche, operative e manageriali, mentre il restante 30% di donne è soprattutto attivo in area amministrativa, commerciale e operativa. Lo studio non ha rilevato criticità particolarmente sensibili nei diversi settori della filiera: va tenuto in conto che è stato possibile intervistare una rappresentanza ristretta dei lavoratori stagionali, pari al 5% del totale degli intervistati, e di questi nessuno apparteneva a nazionalità non italiane. Ciò è dovuto alla necessità di interpellare persone che avessero già avuto almeno un’esperienza di lavoro nelle aziende del Gruppo, e potessero così dare risposte attendibili.
L’unica area di miglioramento emersa riguarda il 21% dei lavoratori che ha segnalato una difficoltà riguardo alle possibilità di carriera, risposta che ha riguardato il 60% dei rispondenti uomini e il 40% delle donne. Un dato che affianca quindi i generi nelle aspirazioni professionali, cui si affianca però un quadro complessivo in cui vige una buona conciliazione tra vita e lavoro, e un clima collaborativo tra i generi.
«Collis è nato nel 2008, perciò la si può ritenere una realtà giovane. Per questo, a fronte di una sostanziale serenità emersa dallo studio, crediamo che quel 21% costituisca uno stimolo importante – ha affermato Giancarlo Lechthaler, direttore generale di Collis -. La presenza di dipendenti che ambiscono a crescere e migliorare posizione, esprime anche fiducia nell’azienda, volontà di impegno e desiderio di crescere con essa».
«Le diversità in azienda sono una risorsa, non un problema – ha quindi sostenuto Marco Buemi, esperto di Unar -, però in Italia questa cultura nel mondo lavorativo ancora non c’è. Ciò è dovuto anche al fatto che il nostro è un Paese costellato di piccole e medie imprese, in cui per diverse ragioni non si tende a valorizzare le risorse umane nelle loro specificità. Per questo siamo partiti con un bando che coinvolgesse aziende di una certa dimensione, proprio perché il nostro Paese si è solo all’inizio nella diffusione di una cultura aziendale capace di fare delle diversità una risorsa positiva».
Stefano Marabotto, responsabile di progetto, condotto dal consorzio Convinco, ha infine evidenziato come lo strumento del questionario, strutturato per 5 sezioni con un totale di quasi 100 domande, costituisca la fase zero per questo genere di indagini, in un settore che «tra qualche anno sarà il primo comparto in termini di sviluppo e occupazione, paragonabile a ciò che è avvenuto con il manifatturiero. Anche per questo, non vorremmo essere gli unici a fare indagini di questo tipo: volentieri offriamo gratuitamente il modello d’indagine per coinvolgere altre zone geografiche con una vocazione vitivinicola pari a quella veneta. Grazie anche a questi strumenti, vorremmo mostrare che questo settore sta crescendo non solo per quanto riguarda la produzione, ma anche per l’organizzazione aziendale».
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