Inflazione e svalutazione hanno fatto lievitare i costi di gestione della manodopera agricola del 36% in un solo anno, ma i prezzi dell'uva rimangono sostanzialmente invariati, secondo uno studio della Fundación IDEAL
Tra maggio 2013 e maggio 2014 il costo di gestione e lavorazione di un vigneto in Argentina è cresciuto del 36%. Lo rivela uno studio della Fundación IDEAL, organizzazione di Mendoza che opera nella promozione dello sviluppo delle economie regionali dell’America Latina.
Svalutazione e inflazione sono le principali cause dell’aumento dei costi; la situazione è in continuo peggioramento visto che lo stesso indicatore nell’anno precedente (maggio 2012 – maggio 2013) aveva già fatto segnare un incremento dei costi del 25%.
Tutto ciò, è naturale, si ripercuote fortemente sulla redditività delle vigne, visto che all’aumento dei costi non è corrisposto un aumento del prezzo delle uve, rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.
Oggi mantenere per un anno un ettaro di vigneto in Argentina costa circa 4.000 dollari e l’incidenza del costo della mano d’opera è del 65% circa, mentre il resto dei costi è relativo soprattutto a carburante, prodotti chimici e fertilizzanti.
Il costo del lavoro in vigna è cresciuto, in dodici mesi, dal 25% per alcune categorie di stagionali fino al 30% per i braccianti annuali. Ancora di più è cresciuto il costo dei carburanti, 58% su base annua, e quello dei prodotti agrochimici (+57%) e dei trasporti nazionali (+39%) anch’esso strettamente legato alla crescita del prezzo dei carburanti.
FEB
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