Secondo una ricerca dell’Università di Adelaide da una tonnellata di scarti della lavorazione delle uve si potrebbero ottenere fino a 400 litri di bioetanolo, in modo economico e redditizio
Un gruppo di ricercatori dell’Università australiana di Adelaide sta lavorando a un progetto che mira alla trasformazione degli scarti della lavorazione delle uve in bio carburante in modo economicamente vantaggioso. I risultati fino ad oggi ottenuti sono stati pubblicati in un articolo comparso sulla rivista scientifica Bioresource Technology.
In particolare, i ricercatori australiani avrebbero dimostrato come sia possibile ottenere da una sola tonnellata di vinacce, trattate con acido ed enzimi, ben 400 litri di bioetanolo; gli ulteriori scarti di questa lavorazione sarebbero poi ancora utilizzabili come mangimi o fertilizzanti.
Oggi buona parte dei biocarburanti è prodotto attraverso la lavorazione di biomasse che derivano da apposite coltivazioni, l’utilizzo invece di materiale di scarto pare quindi essere particolarmente economico e redditizio, anche perché verrebbero così abbattuti i costi di smaltimento. Ogni anno l’industria del vino mondiale produce circa 14 milioni di tonnellate di scarti da lavorazione delle uve (dato Università di Adelaide).
FEB
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