Prima convention del servizio di circuito interlaboratorio nato nel 1993 e in continuo sviluppo. Le prossime novità: il nuovo portale ringtestlab, il manuale di laboratorio multimediale wikilab, il Ring Test sensoriale
“Oggi, Simei ospita la prima convention del nuovo corso del Ring Test. Un‘iniziativa in cui Unione Italiana Vini crede fortemente e su continua ad investire”. Così il dg di Unione Italiana Vini, Francesco Pavanello, ha aperto l’incontro dedicato al servizio di Unione Italiana Vini nato nel 1993 con l’obiettivo di armonizzare le metodiche analitiche, alla luce dei potenziali contenziosi in fase commerciale, e contemporaneamente migliorare la qualità e solidità del dato analitico, che si tratti di un laboratorio aziendale o un laboratorio esterno. A ripercorrere genesi, sviluppo e risultati del circuito interlaboratorio UIV in questi suoi primi 20 anni, è stata Laura Bolognini. “Ormai – ha spiegato la responsabile del Ring Test UIV – elaboriamo più di 63 mila dati, e al circuito partecipano 300 aziende. Se nel 1995 le non conformità erano il 15%, nel 2015 dopo 20 anni di Ring Test le conformità sono scese 3%. Il Ring Test è dunque un modo per monitorare le proprie prestazioni. Ma è stato usato anche per valutare e validare le caratteristiche prestazionali di metodi o tecniche non ufficiali, utilizzate a supporto della ricerca e sperimentazione o per attività di screening”.
“L’opera primaria del Ring Test – ha aggiunto Stefano Ferrante di Zonin 1821, una delle aziende storiche aderenti al circuito – è aver implementato uno standard . E’ il primo passo per poter identificare eventuali problemi e lavorare per migliorare. Ugualmente ci consente di avere la sicurezza di fornire – e chi esporta sa quanta certificazione viene richiesta dai vari mercati – dati certi e verificabili”.
Le novità nel 2016
Ma soprattutto il Ring Test è in continuo sviluppo. Quali allora le novità nel 2016? “Innanzitutto – ha proseguito Bolognini – l’accreditamento secondo la ISO 17043, che specifica i requisiti generali per la
competenza degli organizzatori di prove valutative e nuovi servizi on line a partire dal nuovo portale ringtestlab, più efficiente, più veloce, più fruibile, e wikilab, manuale di laboratorio multimediale”. Ma non solo. Nel Ring Test UIV entra anche il Sensoriale, che fino ad ora era scorporato dal programma generale. “La prima proposta di un Ring Test sensoriale risale a cinque anni fa – ha raccontato Michela Cipriani, responsabile Laboratorio Sensoriale UIV – nel tempo siamo riusciti a realizzare una proposta tarata sulle esigenze delle aziende e strutturata secondo il circuito del Ring Test. Abbiamo attivato il ring test sui difetti dati dal tappo, sui difetti in generale – quindi ossidazione, riduzione ecc, – e infine sulla parte qualitativa, gusti e aromi. Per il 2016 introdurremo il cosiddetto test triangolare. È un servizio che ha ottime prospettive. le adesioni sono ancora in una fase inziale, ma ci auguriamo che si crei una bella comunità anche sul sensoriale”.
Perché il Ring Test è molto più che un circuito interlaboratorio: in questi vent’anni è diventata una vera e propria community, scambio di esperienze ma anche input di nuovi stimoli e nuove sfide. Come è avvenuto durante Simei dove, al tavolo dei relatori si sono passati la parola Mario Malacarne, Fondazione Mach/Istituto San Michele all’Adige, Alessio Benni di Caviro, Monica Sanvito di Gibertini Elettronica, Stefano Ferrante di Zonin1821 e Cesare Lazzarini di Gruppo Italiano Vini, per portare la loro esperienza ma anche lanciare nuove sfide. Alcuni esempi? Una possibile estensione dei Ring test chimici ad altre matrici quali i distillati o ancora nuovi ring test ad esempio di tipo microbiologico. Altro filone interessante si profila poi oggi l’aceto. “L’aceto balsamico – ha confermato la Bolognini a questo proposito – sta diventando sempre più una matrice controllata e da controllare: tutti si stanno un po’ allineando e stiamo facendo proprio un grosso lavoro con alcune aziende per armonizzare alcuni metodi”.
La prima convention Ring Test è stata infine anche l’occasione per presentare Wine-profiling, una nuova modalità di screening dei vini mediante NMR del protone e analisi multivariata. L’intervento, a cura di Claudia Napoli di Bruker Italia, ha fatto il punto sui vantaggi offerti da una tecnologia che consente un pre-screening veloce ma anche complesso per il numero di parametri analizzati, offre targeted-Analisys (quantificative) e Non targeted –Analysys (utilizzo dello spettro come carta d’identità da comparare con i profili in database). L’importanza di validare i modelli con l’aumento delle campionature è fondamentale, e in quest’ottica si sta lavorando alla formazione di consorzi locali integrati e proprio Unione Italiana Vini sarà partner.
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