Se è vero che la vite è una pianta frugale dal punto di vista dell'irrigazione, l’impatto che l’industria vinicola ha sui consumi d’acqua c'è. E può essere sensibilmente ridotto. Come dimostrano California, Australia e Sudafrica, mentre l'Europa, per il momento, non si è ancora mossa
Inchiesta a cura di Riccardo Oldani
In Italia siamo abituati ad avere e utilizzare tanta acqua. Anche nelle nostre regioni del Sud, dove spesso in passato è stata razionata per l’uso domestico e dove mancano riserve “solide” come i ghiacciai delle Alpi, ci siamo abituati a un consumo e a una disponibilità di questa preziosa risorsa ben superiori a quelle di molte aree del mondo. Ma l’acqua, in realtà, quella dolce in particolare, utilizzabile per dissetarci e per l’agricoltura, si sta riducendo su tutto il pianeta. Statistiche precise non ne esistono, perché è molto difficile fare una stima quantitativa. Ma una ricerca condotta utilizzando i dati forniti dal satellite Grace, una missione congiunta tra la Nasa e il DLR, l’ente aerospaziale tedesco, ha rivelato lo scorso anno come in tutto il mondo si stia attingendo ai depositi acquiferi sotterranei di acqua a un ritmo decisamente superiore rispetto al passato.
La vite è una pianta frugale dal punto di vista dell’irrigazione. Però l’impatto comunque c’è e può essere sensibilmente ridotto. Così affronta l’argomento l’economista Mike Veseth, grande esperto del mondo del vino, nel suo libro Wine Wars del 2011: “L’utilizzo dell’acqua per la produzione del vino varia in modo considerevole. L’irrigazione non è sempre necessaria e nemmeno desiderabile a volte, ma gli alti volumi di produzione determinano una forte dipendenza idrica. Ci voglio 75 galloni d’acqua in vigna per coltivare l’uva necessaria a un gallone di vino nell’area della North Coast californiana. Che sembra alquanto inefficiente fino a che non si comparano questi dati con quelli della Central Valley, dove il rapporto è di 430 galloni in vigna per un gallone di vino! In alcune zone l’acqua si usa anche per la protezione dal gelo, che si aggiunge al conto totale”. E poi c’è il fatto che si consuma acqua anche in cantina. Secondo i dati di Veseth ci troviamo in un rapporto di 6 a 1 tra volume d’acqua utilizzata e vino prodotto in questa fase della filiera.
Il tema della sostenibilità sta assumendo un ruolo centrale nel mondo vitivinicolo e sono sempre di più le conferenze che affrontano questo argomento. Sul numero 10 del Corriere Vinicolo analizziamo la situazione delle risorse idriche nel mondo e di come l’industria del vino possa fare la sua parte per evitare sprechi senza perdere in qualità della produzione. California, Australia e Sudafrica hanno già messo in atto le prime contromisure in tal senso, mentre in Europa manca ancora un approccio coordinato.
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