Al supermarket a luglio vini d'importazione fermi, e alla dogana adesso si sbarca a ritmo molto blando
Presumibilmente il mercato americano sta per tirare il fiato. Confrontando l’andamento delle ultime settimane presso il settore grande distribuzione-liquor stores e il primo semestre a livello di importazioni, emerge chiara un tendenza ribassista: sbarca meno vino alla dogana (-5% il dato dell’imbottigliato a giugno) ed è tiepido il dato delle vendite, sia nelle 4 settimane chiuse al 21 luglio (+1,4%), che nel trimestre chiuso alla stessa data (+2% scarso a volumi). Ipotesi suffragata dal fatto che, spacchettando il dato, a segnare calma piatta sono solo i vini d’importazione, praticamente fermi, mentre tengono bene quelli domestici, in aumento del 2% a volume e di oltre il 5% a valore sia sul mese che sul trimestre. La notizia buona è che l’Italia, assieme ad Argentina e Nuova Zelanda, va immune per ora dall’apatia allo scaffale, sebbene mostri anch’essa un non esaltante dato di mezzo anno a livello di importazioni: a giugno, segmento bottiglia, le nostre performance si fermano a -2%, con un prezzo medio praticamente inchiodato sui 5 dollari al litro. Entrando al grocery, invece, i volumi sono in retromarcia (-2% nell’ultimo mese e zero nel trimestre), e per ora ci conforta solo il dato a valore, cresciuto del 2% e 3%, trainato da un prezzo medio che ondeggia tra +4 e +3%.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Nielsen
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dipartimento commercio estero Usa
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