Secondo l’Observatorio Vitivinícola Argentino, a una lieve crescita delle esportazioni in valore (+1%) corrisponde un significativo calo dei quelle in volume (-2,9%). Bene l’imbottigliato, mentre lo sfuso affatica il settore
Le statistiche dell’Observatorio Vitivinícola Argentino, elaborate a partire da dati INV (Instituto Nacional de Vitivinicultura) e OIV, indicano che le esportazioni di vino dall’Argentina hanno accumulato nel 2016 un fatturato di 825 milioni di dollari e un volume di 2,6 milioni di ettolitri. Confrontato questi numeri con quelli dell’anno precedente, si scoprono due tendenze in contrasto: +0,95% vs 2015 nel valore e -2,88% vs 2015 nel volume. Dati questi che suggeriscono l’importante ruolo avuto dal prezzo medio di vendita, cresciuto lo scorso anno fino a 3,18 dollari per litro, fermandosi ad un passo dal record storico.
Il vino sfuso è il maggior responsabile della diminuzione delle esportazioni argentine di vino in termini si volume. Gli invii all’estero di questa categoria si sono contratti nelle quantità del 25,5%, percentuale cui corrispondono 180mila ettolitri persi sul 2015. Calo minore, ma pur sempre a doppia cifra (-13%) per le esportazioni in termini di valore (persi 8 milioni di euro sul 2015), con il prezzo medio protagonista anche in questo caso, dato che raggiunge nel 2016 il valore più alto degli ultimi 15 anni, cioè 1,05 $/l.
Lo sfuso vale nell’export di vino argentino 2016 il 20% circa in termini di volume e solamente 7% in termini di valore.
Discorso diverso per l’imbottigliato, che vale nel 2016 l’80% delle esportazioni in volume e genera il 93% del fatturato totale del vino in uscita.
Crescita del 5% in volume e del 2% in valore; prezzo medio di esportazioni 3,72 euro per litro, valore questo particolarmente significativo se messo a confronto con la media del prezzo medio di vendita verso l’estero del vino imbottigliato argentino degli ultimi dieci anni, cioè 2,24 $/l.
Il segmento più forte della categoria è quello della fascia di prezzo tra i 18 e i 36 dollari per cassa da 9 litri (quindi tra i 2 e i 4 dollari per litro) e vale nelle esportazioni 2016 ben 1,06 milioni di ettolitri, record storico per questa fascia di prezzo che insieme a quella tra i 4 e i 6 dollari per litro (450mila ettolitri esportati nel 2016) vale il 73% delle esportazioni argentine di vino imbottigliato.
Primo mercato dell’export argentino sono gli Stati Uniti, con 6,23 milioni di ettolitri (+1,1% vs 2015), quasi 274 milioni di dollari di fatturato (+1,1%) e prezzo medio di 4,4 $/l. Si noti tuttavia che l’export di vino sfuso verso gli USA si è contratto del 60% lo scorso anno sul precedente, rendendo questo mercato la principale causa del calo delle vino in cisterna.
Regno Unito e Canada si trovano al secondo e terzo posto nella classifica dei mercati di destinazione: il primo cresce in volume e valore, mentre il secondo perde per entrambi gli indicatori. La variazione più importante nelle spedizioni è stata fatta segnare dalla Cina, che ha comprato dall’Argentina 574mila ettolitri di vino (+66% sul 2015) per un valore di 23,4 milioni di dollari (+12,6%) e un prezzo medio di 4,1 $/l. Altri dati analitici dell’export argentino per paese di destinazione sono disponibili qui.
FEB
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