Illustrati da Unione Italiana Vini nel corso di un incontro con il Mipaaf. Ampia disponibilità a venire incontro alle esigenze degli operatori del settore
Nei giorni scorsi si è svolto un incontro a Roma tra esponenti del Mipaaf, Unione Italiana Vini e Confcommercio per fare il punto sull’applicazione dell’articolo 62 e portare sul tavolo alcune problematiche che riguardano da vicino il settore.
Oltre ad alcuni componenti del consiglio di amministrazione e rappresentanti di aziende socie UIV, con il segretario generale di Confederazione-UIV Paolo Castelletti, hanno partecipato all’incontro Giuseppe Serino (capo del Dipartimento delle politiche competitive del mondo rurale e della qualità del Mipaaf), Stefano Vaccari (direttore generale per la promozione della qualità agroalimentare del Mipaaf) e Roberto Cerminara (responsabile Settore Legislazione d’Impresa di Confcommercio).
In particolare, la discussione si è focalizzata su cinque punti, sui quali sono state ipotizzate e presentate al direttore Vaccari delle proposte di modifica o correzione della norma:
1. Applicabilità della norma art. 62 alle vendite internazionali;
2. Estensione della nuova disciplina alle cessioni di additivi alimentari;
3. Relazione tra articolo 62 e legge 18 febbraio 1999, n. 28;
4. Interessi legali di mora: azioni del fornitore;
5. Recepimento della direttiva comunitaria 2011/7 “lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali”.
La riunione si è aperta proprio con la discussione su quest’ultimo punto, a seguito della pubblicazione del dlgs 9 novembre 2012 n. 192, di recepimento della direttiva comunitaria 2011/7. Il dibattito è stato teso a chiarire la compatibile coesistenza delle disposizioni dell’art. 62 e quelle del decreto 192/2012. In questo senso, la richiesta formulata a Vaccari è stata quella di lavorare a una soluzione che porterebbe ad allineare la disciplina dell’art. 62 al decreto legislativo di recepimento della direttiva che, per i termini di pagamento, consente alle parti di accordarsi diversamente rispetto al periodo di sessanta giorni.
Vendite internazionali
Il decreto attuativo circoscrive l’applicazione dell’art. 62 alle cessioni “la cui consegna avviene nel territorio della Repubblica italiana”, lasciando così intendere che la sua disciplina andrebbe applicata a tutte quelle cessioni fatte con operatori esteri, ma la cui consegna (passaggio di proprietà) avviene in Italia mediante clausola (incoterms) ex-works. Unione Vini ha consegnato a Vaccari un promemoria nel quale viene ribadita l’impossibilità di applicare le disposizioni dell’art. 62 a partner esteri, viene evidenziata la problematica della richiesta di adeguamento dei contratti all’art. 62 da parte delle compagnie di assicurazione pena la nullità della copertura per i rischi del credito commerciale e la necessità di avere risposte urgenti alle molteplici difficoltà emerse.
Si è concluso che un’applicazione della direttiva comunitaria 2011/7 (e quindi del decreto n.192/2012 appena pubblicato in Gazzetta) che consenta di derogare a quanto previsto per i termini di pagamento dall’articolo 62 consentirebbe ai produttori un’attuazione più flessibile della normativa anche rispetto alle cessioni internazionali.
Prodotti enologici
Rimangono dubbi per molti prodotti (es. cellulose, gelatine alimentari, ferrocianuro di potassio, ammonio fosfato, ecc.) che hanno una collocazione ambigua tra “additivo” e “coadiuvante”. Tale scenario genera problemi sia per i produttori e cessionari di tali beni, sia per gli acquirenti. Il presidente UIV Mastroberardino ha indirizzato una lettera al Ministro Catania, auspicando una definizione più chiara (elenco positivo) dei prodotti alimentari che rientrano nel campo di applicazione dell’art. 62.
Cessione di prodotti alcolici
E’ il punto sul quale ci sono più criticità, in quanto il decreto prevede che per i prodotti soggetti ad accisa (il vino è tale, anche se è zero) il termine da cui far decorrere i pagamenti in caso di cessione a “soggetti autorizzati all’immissione in consumo” è la data di consegna, e non quella di fatturazione.
Una riposta del ministero dell’Economia e delle Finanze a un quesito dell’Unione Vini ha chiarito che i soggetti “autorizzati all’immissione in consumo” sono tutti i depositari autorizzati che detengono i prodotti in regime di sospensione di accisa e che per immissione al consumo si deve intendere “ lo svincolo dei prodotti sottoposti ad accisa dal regime sospensivo […] che si concretizza con l’estrazione dei medesimi prodotti dal deposito fiscale […]”. I piccoli produttori (art. 37 del T.U. delle Accise) sono equiparabili in tal senso ai soggetti di cui sopra.
Al di là di questo, si è esposto che un termine di pagamento per i prodotti alcolici diverso – e sostanzialmente più restrittivo – da quello previsto dall’articolo 62, genera confusione tra gli operatori: la richiesta pertanto è quella di un’applicazione tout court dell’articolo 62 anche alla cessione dei prodotti alcolici eviterebbe, insomma, la sovrapposizione di due discipline normative.
Interessi legali di mora
Rispetto agli interessi legali di mora (comma 3 dell’articolo 62) Vaccari ha ribadito che non vi è obbligo per il creditore di riscuotere tali interessi di mora e che la mancata riscossione degli interessi da parte del creditore non rappresenta una pratica sleale.
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