Per un totale di 164 milioni di bottiglie esportate tra frizzante e spumante. Quest'ultimo da solo vale il 40% del totale export Italia della categoria. Sul prossimo numero del Corriere Vinicolo la fotografia del fenomeno veneto-friulano in rapporto a Cava e Champagne
Il 40% del totale export spumanti Italia a volumi è costituito da Prosecco. Ma se vi ricomprendiamo anche la versione frizzante e allarghiamo la prospettiva a livello mondiale, circola con il marchio “Prosecco” il 21% delle bollicine, ovvero una bottiglia su cinque.
Risultati straordinari, per una denominazione che sta guidando poderosamente l’export delle wine bubbles made in Italy nel mondo e che vale oggi mezzo miliardo di dollari di esportazioni, il 9% dei 5,6 miliardi cumulati dal settore sparkling nel 2012.
Numeri che sono andati crescendo in maniera marcata: solo nell’ultimo biennio il valore esportato del Prosecco, sempre nelle due versioni, è salito del 12%, per un volume lievitato del 10%, a 164 milioni di bottiglie, mentre i principali competitors mondiali hanno vissuto più di un problema. A partire dallo Champagne, che ha accusato nello stesso periodo una perdita dell’1% a volume, per un valore di 2,9 miliardi di dollari, in regressione del 3% (qui ha giocato il cambio euro/dollaro, che si è andato mangiando la performance positiva in euro). In calo del 6% anche il Cava, peggio ancora l’Asti (-15%), che ha vissuto un 2012 davvero orrendo, colpa soprattutto del mercato russo (la notizia positiva è che nel primo trimestre gli acquisti qui sono ripartiti regolarmente). E’ proprio all’Asti che il Prosecco ha mangiato quote: tra 2011 e 2012, le bollicine piemontesi hanno perso quasi 6 punti a valore sul totale spumanti Italia, con il Prosecco (solo spumante) balzato dal 40% al 44%. Stessa musica sui volumi: Asti -3 punti percentuali, al 26%, Prosecco +4 punti, al 40%.
Vediamo i tre principali mercati che stanno consentendo l’arrembaggio del Prosecco, che sono poi gli stessi dove lo Champagne fa il grosso delle sue esportazioni, ovvero UK (21% del valore export Champagne), Usa (16%) e Germania (8%). Fra i tre, quello che vale di più sono gli Usa: 63 milioni di euro di export per il Prosecco spumante (il 23% del totale e con valori praticamente raddoppiati in tre anni), mentre a volumi il grosso si fa in UK, che in tre anni ha triplicato gli acquisti, balzati a 23 milioni di bottiglie, ovvero il 24% del totale. L’unica in pausa di riflessione pare essere la Germania, in calo di 1 milione di bottiglie tra 2012 e 2011, anche se in leggera ripresa sul fronte valori (38 milioni di euro, pari al 15% del totale).
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Cirve
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