Secondo il ceo di Wine Intelligence, a tre anni dalla stretta anticorruzione, il mercato cinese sta assumendo un carattere di positiva normalità. Chi compra vino ora lo beve
La Cina è tornata a essere nel terzo trimestre di quest’anno motore degli scambi internazionali di vino (ne abbiamo parlato qui) e ciò avviene in un momento di particolare evoluzione di questo mercato.
A tre anni dall’introduzione delle misure anticorruzione da parte del Governo, il mercato del vino del paese della Grande Muraglia si sta via via “normalizzando”, ovvero, come dichiarato da Richard Halstead, CEO di Wine Intelligence durante il Prowine di Shangai, comincia a mostrare caratteristiche comuni ad altri mercati mondiali delle bevande alcoliche, in particolare circa l’importanza delle preferenze dei consumatori reali.
Come molti ricorderanno, la stretta del 2012 sui doni nella pubblica amministrazione aveva colpito fortemente sia le importazioni di vino che le vendite interne. Il mercato, soprattutto per quel che concerne il fine wine, era trainato proprio da acquisti fatti al solo scopo di omaggio: si comprava il vino per regalarlo e meno spesso per berlo.
Oggi invece qualcosa è cambiato e i trend delle vendite sono direzionati sempre di più dai gusti dei consumatori reali. Una rivoluzione ancora ai suoi inizi, avverte Halstead, ma positiva per il settore.
FEB
Devi essere connesso per inviare un commento.