Il 2012 si chiude con la più piccola percentuale di crescita del decennio: +8%. Nemmeno nel 2008/09 si era andati così a rilento
Ci troviamo di fronte, se non a recessione, a un ingolfamento del mercato cinese. Questo è ciò che si ricava dalla lettura dei dati del consuntivo import 2012, che dicono sostanzialmente una cosa: gli acquisti dall’estero si sono fermati, registrando la più piccola crescita dal 2003, con solo il +7,5% a valore rispetto al 2011. Nemmeno negli anni più duri della crisi, il biennio 2008/09, si era arrivati a picchi così bassi. Anzi, nel 2008 la crescita fu robusta, +35%, erosa poi della metà l’anno successivo, il 2009. Ma poi il mercato era ripartito, sfoderando le percentuali tipiche a cui ci aveva abituato: oltre il 70% di crescita nel 2010 e 2011.
Fonte: elaborazione Corriere Vinicolo su dati Dogane cinesi
Nell’anno appena terminato, le importazioni si sono attestate a 394 milioni di litri, per un controvalore di poco meno di 10 miliardi di yuan. Il che equivale a una crescita di poco più del 7%. Il segmento in maggiore salute pare essere quello della spumantistica, dove la crescita passa il 50%, mentre l’imbottigliato – il segmento che fa il grosso delle importazioni – si ferma a un aumento di poco meno del 6% a valore (8,7 miliardi di yuan), per un +10% a volumi. Le acquisizioni di sfuso sembrano risentire della scarsità di prodotto in giro per il mondo: poco volume (+1%), molto valore (+10%), per un prezzo medio salito del 12%, a 7,47 yuan, cifra record. Sulla bottiglia, vino fermo o spumante, i cinesi invece limano i listini: -4% e -5%.
Sul prossimo numero del Corriere Vinicolo l’analisi dei dati per Paesi e tipologie di vino, insieme a uno speciale dedicato a Hong Kong.
I dati di dettaglio sono già disponibili nella sezione Statistiche del sito
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