Alla base della riforma ragioni di salute pubblica. Vino meno penalizzato dei superalcolici, salva la birra. Proteste da parte dei commercianti
Il Congresso da República da Colômbia ha approvato lo scorso 5 ottobre un disegno di legge di riforma della tassazione delle bevande alcoliche.
D’ora in avanti per superalcolici e vino sarà applicato il criterio della tassazione per titolo alcolometrico. Per i distillati sarà applicata un’accisa di 220 pesos per ogni grado % ABV (circa € 0,35) più un’imposta aggiuntiva del 25%, mentre per il vino si pagheranno 150 pesos per ogni grado % ABV (circa € 0,24) più un’imposta aggiuntiva del 20%.
Il nuovo sistema di tassazione vale sia per prodotti di produzione locale che per quelli importati, ma non interesserà la birra.
Alla base della riforma ragioni di salute pubblica.
Secondo quando dichiarato alla stampa dal Ministro colombiano delle finanze, Mauricio Cárdenas, (noi riprendiamo le sue parole da Caracol Television) la minor tassazione sul vino deriva dal fatto che questo “fa meno male alla salute” rispetto ai superalcolici; inoltre si vuole così appoggiare l’industria locale del vino, della ristorazione e del turismo.
Il maggior gettito derivante da questo nuovo sistema (una bottiglia di vino importato arriverà a costare fino a quasi cinque euro in più che in precedenza) sarà destinato a finanziare iniziative nei settori della sanità, dell’educazione e dello sport.
Come si può immaginare la nuova riforma non è stata ben accolta dall’industria del settore. Già a metà settembre (ne aveva parlato la stessa Caracol Television) alcune associazioni di commercianti avevano denunciato che l’aumento delle tasse su vino e superalcolici potrebbe favorire il contrabbando e la falsificazione.
FEB
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