Anche la WSTA registra una diminuzione delle vendite di vino e liquori: -2% nell’off-trade e -3% in bar e ristoranti. Il CEO dell’associazione chiede al governo inglese di valutare con attenzione l’attuazione di misure che potrebbero indebolire ancora il settore
È ormai chiaro che nel Regno Unito i consumatori facciano fatica a riempire le borse della spesa con bevande alcoliche. I dati relativi ai consumi palesano la riduzione della fiducia degli acquirenti. Qualche mese fa Nielsen aveva registrato un calo del 3% nelle vendite di vino e del 2% in quelle di superalcolici (canale off-trade) per l’anno terminato al 21 luglio 2012, oltre a un calo generale del mercato on-trade degli alcolici del 3% (ne abbiamo palato qui e qui).
Ora la Wine and Spirit Trade Association, in un suo recente report, che elabora dati provenienti da fonti indipendenti quali la stessa Nielsen, CGA Strategy e Wilson Drinks Report, conferma questa tendenza. Negli ultimi dodici mesi (da novembre 2011 a novembre 2012) le vendite di vino e liquori sono calate nell’off-trade inglese del 2% e quelle nell’on-trade del 3%; nel frattempo, nell’anno a ottobre, i prezzi del vino sono cresciuti del 2,4% e quelli dei superalcolici del 5,9%.
Le sole categorie che sembrano fare la differenza sono gli sparkling wine nell’off trade e il sidro nell’on-trade, mentre il vino, sebbene cresca a doppia cifra nelle fasce di prezzo superiori alle 7 sterline, crolla in quelle entry level. Le vendite di Champagne, nelle ultime dodici settimane, sono cresciute del 13% in bar e ristoranti ma calate del 9% nei negozi e nei grandi magazzini (nei prossimi mesi capiremo quale influenza su questa tendenza avranno avuto le offerte di Champagne a prezzi di saldo proposte da alcuni rivenditori in vista delle imminenti festività natalizie, ne abbiamo parlato qui).
Miles Beale, Chief Executive di WSTA, ha in proposito dichiarato che, sebbene alcune categorie dimostrino una qualche crescita, siamo ancora in un momento difficile sia per i consumatori sia per l’industria degli alcolici. Il governo dovrebbe dunque prestare molta attenzione prima di introdurre misure che potrebbero creare ulteriore pressione su questo comparto. Tra queste il CEO della WSTA cita il prezzo minimo per unità alcolica che dovrebbe essere introdotto nei prossimi mesi; prezzo minimo che, secondo quanto raccontato qualche settimana fa in un servizio andato in onda sull’emittente inglese BBC1 (ne abbiamo parlato qui), potrebbe essere di 45 pence per unità alcolica, avvicinandosi sempre più a quanto stabilisce la legge scozzese approvata alla fine dello scorso maggio (50 pence per unità alcolica).
FEB
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