Si continua a discutere tra Veneto, Friuli Vg e Trentino
di Adriano Del Fabro
“Fare un cambio di etichetta da Igt a Doc aumentando la produzione e quindi pregiudicando la qualità, porterebbe a svilire sicuramente il valore aggiunto che dovrebbe dare la denominazione “Doc” rispetto all’Igt, unitamente al valore del vitigno, in questo caso il Pinot grigio”. È il parere di Marco Felluga, un nome-marchio sinonimo di vino friulano di qualità nel mondo, espresso durante un incontro tecnico svoltosi recentemente a Capriva del Friuli (Gorizia) per fare il punto sul tema che si continua a discutere tra Veneto, Friuli Vg e Trentino.
«Non ha senso una Doc così grande – gli fa eco Dennis Metz, miglior sommelier d’Italia 2012 – perché va contro alla ragione stessa per la quale una Doc viene istituita. In regione dovrebbe esserci eventualmente una sola grande Doc, nel caso “Friuli”, nella quale far rientrare tutte le altre denominazioni minori (collina esclusa), già presenti sul territorio e fare in modo che le decisioni vengano prese assieme, solo in regione», è il suo suggerimento.
Secondo Renzo Zorzi, presidente dell’Associazione Italiana Sommelier del Friuli Vg: «È senz’altro necessario valorizzare la qualità del Pinot grigio in un mondo globalizzato. La Doc delle Venezie, però, non andrà in quella direzione. Per noi, la Doc Friuli non è ancora un progetto ragionato utile a chi fa qualità. Se si aderisse a una Doc tanto ampia, perché il consumatore dovrebbe pagare di più il Pinot Grigio prodotto in una zona piuttosto che in un’altra? A questo punto andranno avanti così solo i brand aziendali e non un intero territorio». E il pensiero è condiviso pure da Gianluca Castellano, sommelier del ristorante “Agli Amici” (2 stelle Michelin).
«Il Veneto vuole la qualità del Friuli – aggiunge il conosciuto e apprezzato scrittore di vino, Giulio Colomba -. La Doc del Triveneto va bloccata perché svilirà ancora il prodotto e porterà a un ulteriore ribasso dei prezzi sul Pinot grigio, su tutte le Doc. La Doc Friuli può essere un’alternativa all’interno della quale, però, si devono porre delle regole di qualità».
Pure il giornalista della prestigiosa rivista britannica Decanter, Richard Baudains, è sulla stessa lunghezza d’onda: «I migliori Pinot grigio sul mercato sono friulani e alsaziani. Pertanto: o si crea una Doc specifica in Friuli oppure c’è il rischio di restare, in regione, in una fascia ambigua».
Chiude Marco Felluga augurandosi che il Collio e i Colli Orientali non aderiscano nel modo più assoluto a tale progetto, ma cerchino invece delle nuove soluzioni capaci di riflettere nei mercati il valore e la qualità del loro Pinot grigio, prodotto nelle colline del Friuli Vg.
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