In un recente vertice tra Veneto, Friuli e Trentino, decisa la costituzione di un’Associazione temporanea paritetica con il compito di definire i dettagli per la costituzione della nuova denominazione. Shaurli: "Puntiamo a imbottigliare la Doc già con la vendemmia 2016"
Adriano Del Fabro
Dopo lo stop di un anno fa, un corollario di polemiche e mesi di trattative discrete, pare aver preso una buona china il percorso di costituzione della Doc interregionale del Pinot grigio delle Venezie. Sabato 6 febbraio, a Portogruaro (Venezia), si è tenuto un vertice tra i tre assessori regionali all’Agricoltura di Fvg, Trentino Alto Adige e Veneto e i rappresentanti delle filiere vinicole delle medesime regioni. Un tavolo allargato al termine del quale è stata decisa la costituzione di un’Associazione temporanea paritetica (cioè con lo stesso numero di rappresentanti istituzionali, di produttori, trasformatori e imbottigliatori del vino per ciascun territorio) che avrà il compito di definire i dettagli per la costituzione della nuova Doc. È stato stabilito anche che il Consorzio che governerà la Doc delle Venezie, avrà un presidente e due vice, in rotazione e alternanza tra le regioni interessate. Parecchie novità normative, dunque, utili a recepire alcune delle contestazioni formulate nel marzo scorso, anche in maniera eclatante, da alcune decine di produttori friulani (e dalla Provincia di Udine), che temevano l’egemonia del Veneto sulla Doc, al contrario di Fedagri Fvg, di Assoenologi Fvg, del Consorzio delle Doc Fvg e della Coldiretti, che si sono sempre dichiarati a favore dell’operazione di valorizzazione.
Ma l’assessore alle Risorse agricole del Fvg, Cristiano Shaurli, è convinto che si stia trovando la quadra. “Ci siamo visti più volte di recente – ha confermato Shaurli a un importante quotidiano regionale -, il confronto non si è mai interrotto, nonostante il gelo del passato. Ma la richiesta, da più parti, è di fare presto, per conferire a tutta la produzione di Pinot grigio la denominazione Doc, mentre oggi il 75% di ciò che si imbottiglia nel Nordest è Igt. Qui è in ballo il futuro del vino più diffuso in Fvg. Nelle tre regioni ci sono 20 mila ettari coltivati a Pinot grigio, la metà in Veneto, altri 7 mila ettari da noi e 3 mila in Trentino Alto Adige. Tutta l’Italia vitivinicola guarda con interesse alla nascita di quella che diventerà la più grande Doc del Paese. Come rappresentanti del Fvg siamo soddisfatti perché abbiamo trovato le opportune mediazioni, sia per quanto riguarda il territorio, che per le categorie. Adesso contiamo di più, avremo maggiore “peso” nelle decisioni della Doc interregionale. E soprattutto l’obiettivo è quello di far contare di più i produttori di Pinot grigio. Non vogliamo assolutamente una Doc “controllata” dalle multinazionali, dai grandi marchi o dalla grande distribuzione. Dobbiamo dare redditività, tutela e promozione al Pinot grigio, un vino che sta prendendo sempre più piede, in particolare all’estero. Il mio compito è supportare la maggioranza dei produttori regionali, che sono favorevoli alla Doc unica. Ma credo che anche chi era sulle barricate, adesso possa cambiare idea».
Tra un paio di settimane è previsto un secondo incontro per impostare l’operatività dell’Associazione temporanea. Quindi le tappe della Doc delle Venezie prevedono la raccolta di firme per avviare il processo (le sottoscrizioni devono rappresentare almeno il 35% dei produttori), la ratifica delle Regioni, il via libera di Roma e dell’Ue. «Puntiamo a imbottigliare Pinot grigio Doc delle Venezie – ha concluso con ottimismo Shaurli – già con la vendemmia del 2016». Ma la partita pare legata a doppio filo con la creazione della nuova Doc Friuli Venezia Giulia, sostenuta da tutti i componenti della filiera, che potrebbe vivere i suoi giorni decisivi tra febbraio e marzo.
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