Il calo del procapite sarà parzialmente contrastato dalla popolarità di spumanti e vini poco alcolici. Crescerà l’export d’imbottigliato insieme all’import di sfuso. Ci saranno meno vigneto e rese migliori
Le prospettive di medio termine del mercato agricolo europeo sono oggetto dell’EU Agricultural outlook for the agricultural markets and income 2017-2030, rapporto realizzato dalla Direzione gernerale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale in collaborazione con Centro comune di ricerca (Joint Research Centre) della Commissione europea. Alla pagina 57 del documento, pubblicato lo scorso 18 dicembre, è presente un paragrafo dedicato al vino.
Con una produzione di circa 160 milioni di ettolitri (il 60% di quella mondiale) l’Europa rimane il primo produttore al mondo di vino. I paesi dell’Unione sono anche i maggiori consumatori del vino europeo ed il 70% dei 130 milioni di ettolitri consumati ogni anno in Europa è bevuto tra Francia, Italia, Spagna, Germania e UK.
Il consumo procapite europeo è diminuito di quasi tre litri negli ultimi dieci anni, ma con significative differenze tra l’UE15, dove nel corso dell’ultimo decennio è stato registrato un calo di quattro litri, e gli altri 13 paesi dell’Unione, dove invece per lo stesso periodo è stato rilevato un incremento del procapite annuo di 2 litri, per effetto della crescita economica e della scelta del vino al posto della birra agita da alcuni consumatori. Un’inversione di tendenza verso la crescita del procapite è inoltre stata recentemente riscontrata in Italia, Spagna e Regno Unito, grazie alla popolarità dei vini spumanti e di quelli poco alcolici.
La prospettiva di massima presentata nel report è dunque quella di una diminuzione annua del consumo procapite dello 0,1%, fino arrivare a circa 25 litri nel 2030. Il volume totale di consumo rimarrà invece sostanzialmente stabile, per effetto della crescita del numero degli abitanti della regione europea. Vi sarà tuttavia una diminuzione dell’uso di vino, in relazione alla minore produzione di derivati (distillazione, produzione di aceto e vermouth).
In merito agli scambi con gli altri paesi, si attende una crescita delle spedizioni all’estero di vino europeo: +1,7% annuo, fino ad arrivare nel 2030 a 27 milioni di ettolitri . A trainare le spedizioni oltreconfine saranno i vini a fermi in bottiglia e gli spumanti (che in questo modo andranno a rappresentare – secondo le previsioni – rispettivamente il 71% e il 13% di tutti gli invii all’estero di vino europeo) e più in generale i vini in bottiglia a IG. In concomitanza con la crescita dell’imbottigliato si prevede un calo delle spedizioni di sfuso, tipologia per cui invece cresceranno le importazioni dai paesi extra UE (+0,8% entro il 2030, portando la quota dello sfuso nel volume delle importazioni totali dal 63 al 70%).
La superficie vitata europea tenderà a diminuire ancora con un tasso dello 0,7% annuo (dopo una diminuzione dell’1% annuo registrata tra 2005 e 2015), ma per effetto dei reimpianti in atto si prevede che da qui al 2030 crescerà la resa media (previsto un +0,5% ogni anno), fino a 57,6 hl/ettaro entro il 2030. L’aumento del rendimento tuttavia non riuscirà a compensare la perdita delle superfici, e di conseguenza si prevede, fatte salve le variabili legate alle condizioni climatiche, un leggero calo della produzione totale, stimato in un -0,2% annuo.
Le previsioni dell’EU Agricultural outlook for the agricultural markets and income 2017-2030 sono state fatte partendo dal presupposto che continueranno le politiche agricole oggi in atto; a causa della sua eccezionalità, la scarsa vendemmia 2017 non è stata oggetto delle previsioni del report.
FEB
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