A seguito dell'assemblea annuale dell'associazione, Mipaaf e Agenzia delle Dogane si sono espresse su due questioni: la denominazione delle sostanze zuccherine estratte dall'uva e l'aliquota Iva da applicare a MCR
Si è riunita nei giorni scorsi presso Confindustria l’Assemblea congiunta delle aziende italiane aderenti a FederMosti e di quelle europee appartenenti a MUST (vedi foto). I due network sono gestiti in outsourcing da Bertagni Consulting srl. I produttori di mosti e succhi d’uva concentrati e concentrati rettificati hanno dibattuto, alla presenza di funzionari Mipaaf, sui temi di maggior attualità per il settore. I mercati internazionali vivono una fase di stasi per quanto riguarda i volumi esitati – con trend positivi però per gli utilizzi non enologici – e di forte riduzione dei prezzi medi di vendita. Dall’Assemblea è emerso poi come le logiche commerciali siano in qualche modo rese più complesse dal persistere di un quadro normativo non chiarissimo con riguardo sia alle definizioni commerciali dei mosti e succhi d’uva e loro successive trasformazioni, che alle aliquote Iva relative a questi prodotti.
Nei giorni seguenti l’Assemblea tuttavia le Amministrazioni italiane hanno dimostrato grande sensibilità nei riguardi delle tematiche sollevate da FederMosti emanando in contemporanea, il 31 maggio, due note di estremo interesse operativo per il settore.
Il Mipaaf ha diramato a tutti gli Enti interessati una circolare sulla “denominazione delle sostanze zuccherine estratte dall’uva” fornendo linee guida circa l’utilizzo, o il non utilizzo, di denominazioni quali “succo d’uva concentrato deionizzato”, “Mosto concentrato rettificato ottenuto da uve da tavola da non destinare a usi enologici”, “Mosto concentrato rettificato”, “zucchero d’uva”. Secondo Marco Bertagni, direttore di FederMosti e MUST si tratta di “un importante passo avanti, una sorta di anno zero per il settore, a conferma di come un approccio collaborativo, nel rispetto dei ruoli, tra operatori e amministrazioni renda la vita più facile a tutti. Speriamo ora che – anche alla luce di questo importante chiarimento da parte dell’Amministrazione – si possano risolvere al meglio questioni in sospeso tra Aziende del settore e l’Ispettorato a patto, beninteso, che l’operato delle Aziende fosse basato sulla buona fede”.
Dal canto suo, l’Agenzia delle Dogane, ha trasmesso a FederMosti-Bertagni Consulting srl la consulenza giuridica n. 954-13/2016 fornendo un parere ufficiale sull’aliquota applicabile al Mosto Concentrato Rettificato, specificando che – come richiesto da FederMosti fin dal lontano 2010 e come già avallato dal Governo di allora – tale aliquota va ridotta dal 22% al 10%. “L’Agenzia ha anche scritto nella sua lettera che la possibilità di emettere una nota di variazione dell’aliquota Iva in diminuzione, viene rimessa alla volontà delle parti. La riduzione dell’aliquota Iva e la possibilità di chiedere all’Amministrazione finanziaria il rimborso dell’iva – conclude Bertagni – sono risultati importanti per il settore. Auspichiamo ora che la stessa aliquota possa essere distribuita a monte e a valle della trasformazione dei mosti-succhi d’uva e che l’Agenzia dia adeguata pubblicità a questo parere in modo da informare tutti gli operatori della filiera e non già le Aziende associate a FederMosti”.
Devi essere connesso per inviare un commento.