Secondo alcuni osservatori al +12% in volume nei consumi del 2012 potrebbe aver concorso un cambio di prospettiva culturale successivo alla tragedia del marzo 2011
Il 2012 è stato un anno di ripresa per consumi di vino in Giappone. I dati IWSR (International Wine & Spirit Research) dichiarano una crescita in volume sull’anno precedente del 12% fino a oltre 31 milioni di casse da nove litri. I consumi di spumante hanno addirittura fatto +20%. Il Paese è passato dalla ventitreesima alla diciassettesima nella classifica internazionale dei volumi di consumo con un pro capite ora a 2,7 litri per anno (+12% sul 2011).
Si deve considerare che l’anno 2011 è stato l’anno dei disastrosi terremoto e maremoto di Tohoku. Una ripresa dei consumi, con il riassestarsi delle cose, era quindi abbastanza prevedibile; ciò che però è interessante, guardando all’opinione di alcuni analisti, è il fatto che il nel dopo terremoto all’incremento dei consumi sembri partecipare, oltre che la nascita di nuove categorie di consumatori, i giovani soprattutto, una sorta di cambio di prospettiva culturale, quasi che la tragica esperienza del terremoto abbia aperto la strada a una minore austerità dei comportamenti con persone più ben disposte a riunirsi in momenti conviviali o a spendere soldi per cibo e bevande. Anche nell’on-trade si può notare una tendenza al rialzo con il vino sempre più presente nell’offerta di bar e ristoranti. Dunque, sebbene i vini stranieri sentano ancora la concorrenza di quelli locali (prodotti soprattutto da vite non vinifera), il Giappone ritorna a essere un mercato su cui i produttori stranieri e importatori possono puntare.
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