Il premio della Cantina di Monteforte all'inviato di guerra del quotidiano La Stampa che, per la prima volta, caduto il segreto istruttorio, rivelerà i retroscena della sua prigionia in Siria per mano dell’Isis. Premiazione venerdì 12 giugno
Venerdì 12 giugno, alle 19.00, il suggestivo chiostro medievale di Monteforte d’Alpone ospiterà, per il sesto anno consecutivo, il Premio Grappolo d’Oro Clivus che Cantina di Monteforte, in collaborazione con il Gruppo Sportivo Valdalpone De Megni, assegna ai professionisti che meglio incarnano l’ideale sportivo della competizione ispirata ai principi di etica e lealtà.
Politica estera e stretta attualità saranno gli ingredienti dell’edizione 2015, patrocinata dal giornale L’Arena, quotidiano di Verona. A ricevere quest’anno il premio Grappolo d’Oro Clivus sarà Domenico Quirico, giornalista, inviato di guerra del quotidiano torinese “La Stampa”, testata per la quale è stato anche corrispondente da Parigi.
Quirico non è più vincolato al riserbo imposto dalla magistratura che nel 2013, al momento della sua cattura, aveva aperto un’indagine e rivelerà i retroscena della sua prigionia in Siria per mano dell’Isis.
Il giornalista viene premiato, come recita la motivazione, per “il suo coraggio, la sua ostinazione nel voler rischiare la vita per testimoniare quanto sia credibile l’incredibile e quanto sia vicina l’insidia per chi, tra i conforti della civile quotidianità, la ritiene troppo remota per doversene preoccupare”.
Entrato nella Siria dilaniata dalla guerra civile il 6 aprile 2013 sotto la protezione dell’Armata libera di quel Paese che combatteva contro la tirannia di Assad, è stato ingannato da coloro che avrebbero dovuto essere i suoi protettori e fatto prigioniero il 9 aprile 2013 assieme a un collega belga. La sua intenzione era di raggiungere Damasco ma è stato portato ad Al Qusayr, una città vicina al confine libanese, e, in un susseguirsi di drammatiche vicende che ha narrato col piglio dell’eccellente cronista ma anche con quello del grande scrittore, sulle pagine del suo giornale e sui libri editi da Neri Pozza, è passato da un gruppo all’altro di banditi che operavano col pretesto della guerra santa. Prigionieri nella Terra del “Male”, come la definisce, Quirico ha trascorso cinque mesi terribili con l’incubo di venire ucciso da un momento all’altro. Lo hanno sorretto le fede in Dio e le letture di “Delitto e castigo” di Dostoevskij e di «La via del ritorno» di Remarque.
Prima di lui sono stati insigniti del riconoscimento Andy Luotto, attore e conduttore televisivo (2014), il giornalista Mario Giordano, oggi direttore del Tg4, Mediaset (2013), Massimo de’Manzoni, vicedirettore vicario del quotidiano “Libero” (2012), Gerardo Greco, conduttore attualmente di Agorà, il programma di approfondimento di Rai Tre (2011) e Mauro Mazza, già direttore di Rai Uno (2010). Nomi di grande prestigio che, da sei anni, Cantina di Monteforte porta sulle colline del Soave Classico, dando vita per l’occasione a un vivace dibattito che spazia dalla cultura all’attualità.
Il Premio Grappolo d’Oro Clivus si conferma sempre più come uno degli appuntamenti più attesi del panorama culturale veronese proprio grazie all’impegno di Cantina di Monteforte che, fondendo valori del mondo del vino, della cultura e dello sport, valorizza in un unico evento le eccellenze di un territorio al quale è profondamente legata.
«Il Premio Clivus – sottolinea Gaetano Tobin, direttore generale di Cantina di Monteforte – nasce dalla perfetta unione tra eccellenze enologiche del territorio, qualità della vita, benessere e quindi sport. Quest’anno, premiando un grande giornalista italiano come Domenico Quirico, abbiamo voluto ribadire quanto sia importante essere consapevoli del patrimonio che possediamo e come questo non si possa dare per scontato. Quella di quest’anno è senza dubbio un’edizione impegnata perché quanto sta accadendo nel mondo ci impone serie riflessioni, sulla base di una informazione precisa ed accurata. Anche per chi come noi ha fatto della produzione di vino il proprio mestiere».
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