L’attenzione alla salute tra le cause del calo 2017 (-0,2% in volume), anche se a perdere è soprattutto la birra, che tira in basso il computo generale. Crescono invece il vino (+1,3%) ed i superalcolici (+2,3%)
Le stime preliminari di IWSR sul consumo 2017 di bevande alcoliche negli Stati Uniti d’America indicano che quello da poco chiusosi è stato di nuovo un anno in rosso.
Dati diffusi lo scorso 9 gennaio con un comunicato stampa – estratti dalla banca dati US Beverage Alcohol Review (US BAR) – indicano che in generale il volume dei consumi di bevande alcoliche si è contratto dello 0,2%. Perse circa 7,4 milioni di casse da 9 litri (666.000 ettolitri), più del doppio di quanto lasciato indietro nel 2016. Protagonista la birra che cede il solo 0,5% in volume, ma che grazie alla sua imponente quota nei consumi (il 79% di tutte le bevande alcoliche consumate negli Stati Uniti) tira in basso il computo generale dei consumi. Il vino, infatti, guadagna ancora nel 2017 (+1,3%), così come è cresciuto il volume di consumo dei superalcolici (+2.3%).
La principale causa di questo rallentamento è da cercare, secondo IWSR, nel lento formarsi di una tendenza al bere moderato a al non consumo: conseguenza di una maggior attenzione dei consumatori alla salute. Questa propensione alla moderazione sarà, secondo quanto suggerito a dicembre dalla stessa IWRS, tra i driver del mercato 2018 (ne avevamo parlato qui). Altra faccia della stessa medaglia, il bere di meno spendendo di più, secondo una dinamica di premiumization. I prodotti premium-and-above contano oggi in USA per il 33% dell’offerta della categoria superalcolici e il 22% di quella vino, quando nel 1990 la quota dei prodotti premium era rispettivamente del 12% e del 2%.
FEB
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