È la conclusione di un’analisi di mercato condotta da Distilled Spirits Council nei tre stati Usa in cui è da più tempo legale il consumo di marijuana a scopo ricreativo
Tra interessi, opportunità e timori dell’industria degli alcolici circa la cannabis, il fatto che la sua legalizzazione a scopo ricreativo possa incidere negativamente sui consumi di vino birra e distillati è importante oggetto di dibattito tra gli osservatori del mercato.
Nel 2017, uno studio dell’University of Connecticut indago su complementarità e sostituibilità tra alcol e marijuana a partire da dati Nielsen, arrivando a evidenziare una maggior sostituibilità tra marijuana e alcol piuttosto che una complementarità, infatti negli stati Usa dove la cannabis era stata legalizzata era stato riscontrato un calo delle vendite di bevande alcoliche (il calo, tra l’altro era più importante per il vino piuttosto che per la birra, ne avevamo parlato qui).
Una più recente ricerca in proposito suggerisce invece che negli stati dove il consumo della marijuana a scopo ricreativo è lecito da più tempo, il mercato delle bevande alcoliche non ne avrebbe particolare svantaggio. Lo studio è stato promosso dal Distilled Spirits Council (qui il comunicato stampa in lingua inglese) e si basa sull’analisi dalle entrate fiscali derivanti dalla vendita di bevande alcoliche in Colorado, Washington DC e Oregon per un arco di tempo che va da due anno prima della legalizzazione della cannabis fino ai tre anni successivi alla stessa.
L’indagine ha riscontrato che in generale, a partire dalla legalizzazione della cannabis, le vendite procapite di bevande alcoliche sono aumentate del 3,6% in Oregon, del 5,4% nello stato di Washington, e del 7,6% in Colorado. Non ci sarebbero dunque prove che la vendita legale di marijuana abbia avuto un impatto sul totale delle vendite procapite di alcolici, mentre il calo delle vendite registrato per alcune bevande (come la birra) è da leggere come parte di un trend generale che segue l’andamento del mercato nazionale.
FEB
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