Secondo Kantar Millward Brown, in alcuni mercati asiatici cresce fiducia nei prodotti di produzione locale, ma difficilmente i sentimenti neo-nazionalisti palesati in occidente dalla Brexit e dall’elezione di Trump si ripercuoteranno sulla forza dei marchi internazionali
Sulla pagina economica di Just-drinks è stato pubblicato nei giorni scorsi un interessante articolo, a firma Ben Cooper, relativo al possibile impatto sul mercato globale dei recenti cambiamenti nello scenario politico occidentale.
Come suggerisce Cooper, molte multinazionali, tra cui quelle degli alcolici, stanno oggi guardando con molta attenzione alle possibili conseguenze sui loro affari dell’elezione di Donald Trump e della Brexit.
Punto chiave della questione è, in particolare, comprendere quanto i sentimenti neo-nazionalistici, espressi dagli elettori di USA e UK nelle recenti consultazioni, si ripercuotano effettivamente nelle dinamiche di consumo, e in particolare sulla forza dei brand internazionali.
Per dare una possibile lettura della questione, Cooper ha chiamato in causa Nigel Hollis, chief global analyst di Kantar Millward Brown, che a questo proposito ha citato due sue recenti ricerche. Sia il report Brandz Top 50 Most Valuable Brands in India 2016 che il Brandz Indonesia 2016 di Kantar Millward Brown suggeriscono una recente popolarità dei marchi locali, in contrapposizione a un minore sviluppo di quelli internazionali, sia in India che in Indonesia. Se, infatti, in questi paesi le maggiori leve d’acquisto sono oggi qualità, accessibilità e desiderabilità, queste non sono più appannaggio dei soli marchi internazionali, grazie ad una crescita in questi termini delle industrie nazionali.
I marchi internazionali, per farla breve, non sarebbero dunque più riconosciuti dai consumatori come gli unici a garantire qualità, e ci sono indizi che suggeriscono che questa fiducia crescente per la produzione locale sia fenomeno in crescita anche in Cina, paese in cui l’orgoglio nazionale non è cosa trascurabile. Di contro, precisa lo stesso Hollis, si registra al contempo in questi paesi una persistente popolarità di marchi internazionali come Coca Cola, Heineken e Johnnie Walker, cosa che non deve però far trascurare la necessità per i marchi multinazionali di adattarsi alle esigenze dei diversi mercati globali.
Tornando all’occidente, Hollis ha dichiarato che non ci sono al momento indizi che indicano che l’elezione di Trump, o la Brexit, possano far presagire una nuova ondata di consumismo nazionalistico in USA e UK, dove i consumatori non hanno finora dimostrato un significativo desiderio d’acquisto per prodotti prettamente locali, scegliendo – quando se lo possono permettere – prevalentemente tra i marchi più noti e forti, senza troppo guardare alla provenienza geografica dei prodotti. Non si può al contempo non prevedere – conclude Hollis – che l’arrivo di Trump o la Brexit non avranno invece in futuro qualche conseguenza sulla fiducia dei consumatori.
FEB
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