Sulle piazze italiane in media si registrano incrementi del 30-35% minimo per i vini Dop e Igp, per attestarsi al 50% per il segmento base. Un anno difficilissimo per gli imbottigliatori, stretti fra produzione e distribuzione
Com’era prevedibile, la scarsa produzione in Italia ha incominciato a far sentire i suoi effetti sul mercato all’origine dei vini sfusi. Che – reduci da una campagna che aveva già fatto registrare aumenti esponenziali su tutte le tipologie di vino, in particolare i comuni – stanno vedendo i propri listini schizzare gradualmente ma inesorabilmente verso l’alto. La media italiana – rilevata da Med.&A., l’associazione nazionale agenti e mediatori in vino – vede incrementi minimi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso del 30-35% per i vini Dop e Igp, per attestarsi al 50% per il segmento base, quest’ultimo alimentato da un gioco perverso di richieste superiori all’offerta provenienti da operatori in fuga dai vini a denominazione.
“C’è però una grande differenza rispetto alla scorsa vendemmia – commenta Stefano Graziani, presidente di Med.&A. nel corso della periodica riunione con la sua squadra di agenti e mediatori, riunita presso la sede di UIV a Verona – e risiede nel peso di questi aumenti. Se nel 2011 si veniva da quotazioni ai minimi, e quindi per molte zone avevamo salutato i rialzi come un ritorno fisiologico alla normalità dei listini, il 2012 parte da una base consolidata e già robusta. Il rischio è che su molti prodotti – specie quelli basici, ma il discorso è analogo anche per certe produzioni a Do o Ig – si scateni una guerra al centesimo se la distribuzione non sarà disposta a recepire le pur legittime istanze del segmento imbottigliatori, schiacciati tra prezzi in rialzo da una parte, aumento dei costi delle materie prime e dei materiali sussidiari dall’altra”.
Tutte le principali zone produttive stanno registrando aumenti generalizzati, che coinvolgono mosti, vini comuni e vini a indicazione geografica.
Nel Veronese e Vicentino il mercato ha incominciato a muoversi al rialzo già sulle uve, con medie di prezzo ancora non facili da valutare visto che ancora oggi vi sono acquisti delle ultime partite disponibili, a prezzi ancora in rialzo. Il mercato dei vini di riflesso ha segnato una serie di aumenti: in particolare il maggior salto lo stanno facendo i bianchi senza denominazione, con aumenti del 50% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Queste percentuali di aumento riguardano un po’ tutti i bianchi comuni d’Italia, visto che la scarsa produzione fa mancare i superi delle Doc e Igt, con i quali si produce, come da normativa specifica per ogni disciplinare, i vini da tavola. Più contenuti invece gli aumenti dei vini Doc ed Igp, attestati intorno al +20%, percentuale riscontrabile più o meno in tutte la varietà.
Nel Nordest (mercato di Treviso) gli aumenti rispetto alla scorsa campagna sono già generalizzati, con punte massime per i bianchi Igt delle Venezie: +58% il generico, +35% il Pinot bianco, +30% il Glera, +21% lo Chardonnay. Aumenti a due cifre anche per i rossi Igt, con +33% per il Merlot, +25% per il Cabernet Sauvignon. Stasi invece sul mercato del Prosecco, con il Doc che registra a oggi un -25% rispetto alla fine settembre dell’anno scorso.
Leggermente in controtendenza il Piemonte, che a fronte di aumenti sul fronte dei prezzi delle uve oggi fotografa una situazione di stasi: leggeri aumenti solo per il Barolo (il 2008 è quotato tra 7 e 7,50 euro al litro), mentre stabili risultano Barbaresco (2009 da 2,80 a 3,20 al litro), Barbera d’Alba (2011 da 1,10 a 1,50 al litro) e Dolcetto d’Alba (2011 da 1 a 1,20 al litro), per il quale non vi è grande richiesta a oggi. In ribasso l’Arneis (Roero 2011 da 1,80 a 2 euro al litro e Langhe da 1,50 a 1,70).
Scendendo in Emilia Romagna, aumenti significativi si registrano per i vini base, sia bianchi che rossi, accomunati da un rialzo di oltre il 60% rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso. Forti aumenti anche per i vini a denominazione: Sangiovese +45%, Trebbiano +60%.
In Abruzzo, l’avvio della campagna è stato delineato dalle giacenze più basse degli ultimi anni nelle diverse cantine nonché dalla scarsa quantità di prodotti ancora invenduti. Dopo l’iniziale fase di scetticismo con vendite a macchia di leopardo dovute sicuramente all’aumento dei prezzi, si è arrivati oggi alla situazione in cui sui mosti bianchi la domanda supera l’offerta.
In Puglia forti aumenti registrano le quotazioni della zona Nord (Bari, Barletta, Foggia), con le quotazioni massime per i vini base schizzate sopra i 5 euro e tendenza a ulteriore aumento nel prosieguo di campagna. Meno marcati invece i rincari delle quotazioni a Sud, nel Salento, dove gli aumenti sui prezzi delle uve si sono limitati a una decina di centesimi, con punte di 15 per Lambruschi e Cabernet.
Anche in Sicilia, infine, si registrano significativi aumenti dei prezzi dei vini rispetto allo stesso periodo della campagna precedente: indicativamente la media si attesta su un +30% per i vini bianchi e un +20% per quelli rossi. Fare previsioni in questo momento risulta comunque difficile, anche perché saranno i mesi di ottobre e novembre quelli che faranno registrare le transazioni più significative e che daranno un indirizzo più preciso al mercato.
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