Consuntivo settore off-premise: nel 2013 vendute 800.000 casse (+28%), per un valore di 113 milioni di dollari. Metà delle vendite italiane di spumanti sono fatte di questo vino. A livello di mercato, vendite in crescita del 5%, a 1 miliardo di dollari
Ormai non fa più notizia, ma ogni volta che si guardano ai consuntivi il Prosecco sorprende sempre. Oggi guardiamo ai dati di vendita di spumanti negli Usa, settore off-premise, quindi liquor stores e supermarket. Nel 2013, il Prosecco ha chiuso con una crescita di quasi il 30% sia a volumi (poco meno di 800.000 casse da 9 litri), e sia a valori, arrivando a 113 milioni di dollari. Oggi il vino Doc-Docg che porta in etichetta il nome Prosecco vale la metà di tutte le vendite di spumanti realizzate dall’Italia su questo mercato fondamentale e in continua crescita. Nell’anno appena passato, secondo il consuntivo Nielsen, in America si sono vendute 8 milioni di casse di bollicine (+4%), per un valore salito del 5%, a 1,1 miliardi di dollari.
Cresce anche l’Italia, ovviamente, trainata dal Prosecco, con un consuntivo a volume di 1,7 milioni di casse (+7%), accompagnato da un aumento a valori dell’11%, a 213 milioni di dollari. Stabili sia gli Champagne (il calo a volume è compensato da un aumento a valore del 2%), sia i Cava spagnoli.
Ed eccoci alle vendite per tipologie (vini importati), con il Prosecco leader di mercato che supera a volume anche il Moscato (a valori il sorpasso era già avvenuto l’anno scorso).
Il balzo del 2013, come abbiamo detto, porta le bollicine venete-friulane ad avere un peso sempre maggiore sul bilancio della spumantistica italiana in Usa: il 53% del fatturato dei marchi italiani in America è fatto dal Prosecco, 7 punti in più in un solo anno.
Infine, una nota sui prezzi medi di vendita: come si vede dal grafico, il Prosecco è riuscito a tenere inchiodati i listini, garantendo una continuità di filiera fino allo scaffale.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Nielsen
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