Con l’inizio dell’anno si assottigliano ancora le tariffe d’ingresso del vino australiano in Cina. Sono ora del 2,8% per l’imbottigliato e del 4% per lo sfuso
A partire dal primo di gennaio 2018, per effetto di un nuovo step dell’accordo di libero scambio ChAFTA, siglato tra Cina e Australia nel 2015, le tariffe d’ingresso del vino australiano in Cina sono state ridotte al 2,8% per l’imbottigliato (erano del 5,6 a partire dal precedente scatto dell’accordo del primo gennaio 2017, si veda qui) e al 4% per il vino sfuso (erano all’8% nel 2017).
Ancora una volta, ciò avrà conseguenze importanti sugli scambi di vino tra i due paesi, tanto che qualche operatore del mercato teme addirittura che la sete cinese di Aussi wine possa portare problemi di approvvigionamento ad altri paesi (ne avevamo parlato qui).
La Cina continentale è diventata il primo mercato di destinazione in valore del vino australiano (primo mercato per volume è ancora il Regno Unito). Secondo Wine Australia, l’incremento del valore delle spedizioni del vino australino verso il paese asiatico è stato in un anno del 43%, fino a 853 milioni di AUD (circa 560 milioni di euro), cifra destinata a crescere nel 2018. Secondo i dati della China Association of Imports and Exports of Wine & Spirits, che citiamo da The Drinks Business, la quota di mercato del vino australiano in Cina ha superato nel novembre 2017 il 27%, avvicinandosi sempre più a quella del vino francese (41%); nel solo mese di ottobre scorso, inoltre, l’Australia ha superato la Francia nella fornitura di vino alla Cina.
FEB
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