Presentati a Parigi i dati della congiuntura vitivinicola. Saranno solo 246,7 milioni di ettolitri (-8,2% vs 2016). Bene Argentina, Sudafrica e Australia. Stabile l’apporto degli Stati Uniti, fatti salvi i danni degli incendi californiani
L’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) prevede per il 2017 un consistente calo della produzione mondiale di vino, causato in primo luogo dalle condizioni climatiche avverse che hanno colpito le regioni di produzione europee. Ieri, 24 ottobre, a Parigi, il presidente dell’Oiv Jean-Marie Aurand ha presentato i dati della congiuntura vitivinicola mondiale 2017.
Non essendo ancora disponibili previsioni ufficiali per tutti i paesi (a oggi ci sono stime per l’88% della produzione mondiale) l’Oiv valuta la produzione mondiale di vino 2017 tra i 243,3 e 250,1 milioni di ettolitri. Considerando il punto medio della forchetta, 246,7 milioni di ettolitri, si tratterebbe di un calo sul 2016 dell’8,2% (questi volumi sono relativi al solo vino, esclusi dunque succhi e mosti). La perdita stimata sulla passata stagione equivale quindi a 22,1 milioni di ettolitri (un po’ come se un produttore del peso degli Stati Uniti avesse quest’anno prodotto zero) ed ha precedenti lontani nel tempo (1956: 219,5 Mio hl, 1957: 173,8 Mio hl, 1961: 213,5 Mio hl, 1963: 251,4 Mio hl, 1991: 251,5 Mio hl e 1994: 249,4 Mio hl).
L’Europa è il centro della perdita di produzione globale. La vendemmi 2017 è stata scarsa e il livello del raccolto è stimato in 140,7 milioni di ettolitri (anche in questo caso sono esclusi succhi e mosti), 24 milioni di ettolitri in meno rispetto al 2016.
Il calo stimato per l’Italia è del 23% (cioè 39,3 Mio hl), -19% previsto per la Francia (equivalente a 36,7 Mio hl), -15% per la Spagna (33,5 Mio hl). Perdite di produzione previste anche Germania (-10%, si veda anche qui), Grecia (-5%) e Bulgaria (-2%). Portogallo, Romania, Bulgaria e Austria vedranno invece quest’anno una crescita del prodotto.
Situazione di sostanziale stabilità invece per gli altri grandi produttori mondiali.
Un secondo anno di produzione elevata, anche se non ai livelli del 2013, si attende dagli Stati Uniti: 23,3 milioni di ettolitri (-1% vs 2016). Si tenga tuttavia presente che questa stima non tiene conto dell’impatto dai gravi incendi californiani delle scorse settimane (si legga qui e qui in proposito).
Per l’Argentina si prevede una produzione di 11,8 milioni di ettolitri (+25% sul 2016 che era stato compromesso da El Niño). Crescita a 3 cifre prevista per il Brasile: +169% sino a 3,4 milioni di ettolitri. Il Cile contribuirà invece alla produzione mondiale con 9,4 milioni di ettolitri (-6,4% vs 2016).
Piccolo passo in avanti, sulla passata stagione, previsto per il Sudafrica, +2% fino a 10,8 milioni di ettolitri.
Secondo le previsioni dell’Oiv, infine, ci sarà una crescita del 6% per l’Australia (previsti 13,9 milioni di ettolitri; è il terzo anno consecutivo di crescita) e al contrario un calo del 9% nella produzione neozelandese, fino a 2,9 milioni di ettolitri; perdita di volume, quest’ultima, che tuttavia arriva dopo il record di produzione stabilito nel 2016 (3,1 milioni di ettolitri).
In merito ai consumi di vino, in funzione di una proiezione del livello su dati a partire dal 2000, l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino stima un volume di 243,2 milioni di ettolitri, punto medio in una forchetta che va da 240,5 a 245,8 milioni di ettolitri.
FEB
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