Per l’Oiv nel 2017 non si supereranno i 250 milioni di hl. In Europa si è perso ben il 14,6% del volume complessivo. Reggono invece i consumi mondiali e s’intensificano gli scambi (+4,8% in valore) grazie al contributo degli spumanti
Lo scorso 24 aprile, presso la sede di Parigi dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV), il direttore generale Jean-Marie Aurand ha presentato, come di consueto in questo periodo dell’anno, le evoluzioni e le tendenze della congiuntura vitivinicola mondiale.
L’estensione del vigneto mondiale, destinato alla produzione di uva da vino, da tavola e passa (in produzione o non ancora in produzione), è perlopiù stabile dal 2008; si contano oggi circa 7,6 milioni di ettari. La Spagna con circa 1 milione di ettari è davanti a tutti per superficie vitata (ma perde 8.000 ettari nel 2017), davanti a Cina (0,87 milioni di ettari, +6.000 ha nel 2017) e Francia (0,79 milioni di ettari). In Europa il solo vigneto in crescita è quello italiano: +5.000 ha.
Il 2017 è stato segnato da un consistente calo di produzione, stimato oggi nell’8,6% sull’anno precedente, fino a circa 250 milioni di ettolitri (esclusi mosti e succhi). La perdita registrata nella regione dell’UE è stata del 14,6% a causa di condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli. L’Italia si conferma primo produttore mondiale (42,5 milioni di ettolitri), seguita da Francia (36,7 Mio hl) e Spagna (32,1 Mio hl).
Positivi i numeri per Stati Uniti d’America (23,3 Mio hl) e in Australia (13,7 Mio hl), mentre la produzione nel continente sudamericano – compromessa nel 2016 dal passaggio de El Niño – ha avuto esiti diversi: in Argentina (11,8 Mio hl) e Brasile (3,4 Mio hl) il livello di produzione è tornato nella media, mentre il Cile ha fatto registrare il secondo anno consecutivo di calo, con una produzione registrata di 9,5 milioni di hl. Crescita del 2,6% per il Sud Africa, fino a 10,8 milioni di ettolitri.
Situazione di sostanziale stabilità quella dei consumi mondiali. Stimati per il 2017 in 243 milioni di ettolitri, per leggera crescita rispetto all’anno precedente e in linea con una tendenza in positivo in atto fin dal 2014.
Stati Uniti ancora (e dal 2011) primo mercato di consumo: 32,6 milioni di ettolitri; seguono Francia (27 milioni di ettolitri), Italia (22,6 milioni di ettolitri), Germania (20,2 milioni di ettolitri) e Cina (17,9 milioni di ettolitri). In linea generale, continuano a crescere i consumi in USA, Cina e Australia mentre sembra rallentare il calo che da tempo si registra nei paesi “storicamente consumatori”, cioè Francia, Italia e Spagna.
Gli scambi mondiali sono cresciuti nel 2017 del 3,4% fino a 109 milioni di ettolitri in volume e del 4,8%, fino a circa 30 miliardi di euro, in valore. Gli spumanti hanno contribuito in modo significativo alla crescita del commercio mondiale di vino (+11,2% in volume e +8,9% in valore rispetto al 2016).
Le prime stime di produzione 2018 per l’emisfero sud parlano di una produzione nel complesso generale stabile e di circa 52,7 milioni di ettolitri (tra Sud Africa, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Australia, Nuova Zelanda). Positive le previsioni per Argentina, Cile, Nuova Zelanda e Uruguay, mentre è atteso un calo nel raccolto in Australia e in Brasile e – causa forte siccità – in Sud Africa.
Sono qui disponibili di dati dettagliati della Congiuntura mondiale di OIV.
Devi essere connesso per inviare un commento.