In tutto il mondo più dell’80% dei consumatori sceglie i prodotti di largo consumo guardando come prima cosa al costo. Secondo Nielsen tuttavia anche l’attenzione alla salute e la chiarezza delle etichette giocano un ruolo non marginale con una crescente importanza delle privat label
Lord Henry, personaggio di una celebre opera di Oscar Wilde, afferma che “Oggi la gente conosce il prezzo di tutto e non conosce il valore di nulla”. Fatte le dovute distinzioni, vista l’attuale situazione economica, la frase potrebbe adatta a commentare i risultati del recente report di Nielsen: “Factors that impact how we grocery shop worldwide”.
In questa ricerca, che indaga fattori che maggiormente condizionano il modo di fare spesa di prodotti di largo consumo, il prezzo dei prodotti risulta essere il principale fattore di influenza nelle preferenze d’acquisto.
Il dato è globale visto che l’aumento dei prezzi condiziona le scelte dell’85% dei consumatori di tutto il mondo e ben il 52% considera questa variabile come quella di maggior impatto. Queste sono le percentuali medie tra tutti gli intervistati ma poco cambia guardando i dati per collocazione geografica dei consumatori. In Europa il prezzo è per il 51% dei partecipanti al sondaggio il fattore di maggior impatto, per il 30% ha un impatto sugli acquisti, e solo per il 19% non ha impatto; in Nord America la torta di queste percentuali (si tenga conto degli arrotondamenti) è così divisa: 50 – 33 – 18, in America Latina: 58 – 23 – 15, nella regione Asia-Pacifico: 53 – 35 – 12; infine nella regione del Medio Oriente e Africa: 52 – 30 – 18. Insomma, ovunque, la percentuale di chi considera il prezzo un fattore rilevante è superiore all’80%.
Questi dati toccano trasversalmente anche il settore vino, così come quelli relativi agli altri elementi che, secondo la ricerca di Nielsen, pesano nei comportamenti d’acquisto dei consumatori dei 56 paesi presi in esame.
Tra questi troviamo l’attenzione alla salute e al proprio benessere, importante per il 38% degli intervistati; la completezza delle informazioni riportate in etichetta interessa invece il 31% dei rispondenti, la disponibilità di prodotti che promuovono benefici nutrizionali il 25% e quella di prodotti biologici il 24%.
Rimanendo sul tema delle etichette, la ricerca evidenzia come ben il 52% dei consumatori a livello globale comprenda solo in parte le informazioni nutrizionali riportate sulle confezioni e il 7% non le comprenda affatto. Da questo deriva la necessità da parte dei produttori di beni di largo consumo di predisporre etichette semplici e facili da leggere, al fine di ridurre lo scetticismo degli acquirenti, anche perché diversi intervistati si sono dichiarati scettici sull’accuratezza delle informazioni relative alla salute.
I criteri d’acquisto mondiali hanno anche un lato green visto che il 22% degli intervistati si dice influenzato dalla possibilità di scegliere prodotti in confezioni riciclabili.
Significativo per il settore vino è anche il dato relativo all’importanza dei marchi privati: il 21% dei rispondenti alle domande dei ricercatori di Nielsen dichiara infatti di essere influenzato dalla disponibilità in assortimento di nuovi prodotti a marchio del distributori. Quello delle privat label è un fenomeno d’importanza crescente nei mercati del vino, in Italia ad esempio (ne abbiamo parlato qui) le vendite di vini a marca privata si attestano oggi su di una quota di oltre l’8% in valore nel mercato GDO. Sempre su questo tema inoltre la ricerca Nielsen Global Shopper Trends 2012 indica che il 12% dei consumatori intervistati al livello globale acquista un numero maggiore di prodotti a marchio del distributore (qui si tratta di prodotti di largo consumo in generale e non solo di vino) rispetto ad un anno fa, indicando tra più importanti ragioni di questo cambio ancora una volta il prezzo (45%), il valore(28%) e la qualità (22%).
FEB
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