La WSTA ribadisce l’impatto negativo della pressione fiscale sugli alcolici. In un anno i prezzi sono cresciuti del 2% e le vendite calate del 3%
L’ultima relazione sul mercato degli alcolici in Gran Bretagna redatta dalla Wine and Spirit Trade Association, conferma le difficoltà di un settore strozzato dalla pressione fiscale.
Dal 2008, anno d’introduzione scala mobile sugli alcolici, le imposte sul vino sono cresciute del 50% e quelle sugli spiriti del 44%. Nell’ultimo anno l’incidenza di questo strumento economico è stata del 5,3%.
In volume il calo delle vendite di alcolici si fa sentire sia nell’on-trade che nell’off-trade.
Nella vendita al dettaglio, infatti, è stato registrato un -3% sia nell’anno che nelle ultime 12 settimane. Meno 3% anche nella vendita di alcolici in bar, alberghi e ristoranti per l’anno; -2% invece nelle ultime 12 settimane.
I prezzi sono invece cresciuti nell’anno in entrambi i canali di vendita: + 2% nell’off-trade e +4% nell’on-trade.
In particolar per l’off-trade la WSTA, i cui dati si basano su quelli Nielsen, CGA Strategy e Wilson Drinks Report, ha registrato che le vendite di vino sono diminuite del 1% nelle ultime 12 settimane, quelle di spiriti del 2%. Unica categoria in crescita è quella degli spumanti cresciuta in volume del 10% nell’anno e del 7% nelle ultime dodici settimane. Calano nell’anno le vendite di gin e wodka: -2% (nelle ultime dodici settimane vi è stata invece una situazione di sostanziale stabilità per il vodka e una crescita delle vendite in volume limitata al +1% per il gin). Tra gli spiriti l’unico a crescere è il Rum: +4% nell’anno.
Ancora bene nell’on-trade lo Champagne e gli spumanti che crescono rispettivamente in volume, nel breve periodo, del 7% e del 9%.
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