Nel 2040 negli Stati Uniti saranno consumate un miliardo di casse di vino, ma per raggiungere questo traguardo l’industria deve cambiar passo. Scelte politiche, più viti e maggior qualità delle uve, nel segno dell’efficienza
Sold out al pranzo d’apertura dell’Unified Wine & Grape Symposium di Sacramento, in California, dove l’intervento di Fred Franzia, irascibile presidente della Bronco Wine CO., non ha deluso i convitati che hanno accolto le sue parole con entusiasmo.
La cronaca del suo discorso, scritta da Paul Franson, è stata pubblicata sulle pagine web di Wine and Vines. Eccone alcuni highlights.
Il discorso di Franzia ha toccato tutta l’industria del vino in California, dalla sua fondazione in poi, ed è stato ricco commenti taglienti e di idee tese alla crescita del settore.
Una previsione sul consumo statunitense
Sebbene la Silicon Valley Bank abbia diffuso il report “State of the Wine Industry 2016” (ne abbiamo parlato qui), nel quale, per la prima volta dopo vent’anni, si prevede un, temporaneo, calo nei consumi statunitensi, Fred Franzia è convinto che negli Stati Uniti saranno bevute un miliardo di casse di vino ogni anno nel 2040 (quando lo scorso anno ne sono state bevute 327 milioni).
Un traguardo considerevole, ma cui sarà possibile arrivare se l’industria del vino – Franzia si riferisce soprattutto a quella californiana – saprà cambiare passo.
Senza senso sarebbe estirpare 30mila acri di vigneto per far crescere il prezzo delle uve, come propone ad esempio l’associazione cooperativa Allied Grape Growers: “La verità – ha tuonato Franzia – è che dovremmo impiantare più viti e uve di miglior qualità, e condurre i vigneti […] in modo più efficiente, così da aggredire quel 40% di mercato del vino oggi soddisfatto da vini non prodotti in California”.
La soluzione no è dunque quella di produrre di meno e vendere a maggior costo, ma produrre di più e secondo le vocazioni di terreni e vitigni.
L’irrigazione a goccia permette di risparmiare tra il 50 e il 60% dell’acqua e di produrre uve di miglior qualità, ma i sistemi di microirrigazione sono oggi utilizzati su meno del 40% dei 7,54 milioni di acri di vigneto californiano: “è necessario che ciò cambi”.
L’efficienza in produzione è dunque il primo ingrediente di una ricetta cui si devono aggiungere scelte politiche, quali ad esempio la creazione di una sola AOP a sostituzione delle quasi cento oggi presenti.
” ‘California’ dovrebbe essere la prima denominazione dei vini californiani. Abbiamo realizzato più di 90 differenti denominazioni in California. Credo che il sistema delle denominazioni abbia causato il tracollo dei vini francesi, e farà altrettanto in California”.
Per spingere i consumi è poi necessaria la collaborazione del settore della ristorazione:
“Ogni ristorante dovrebbe offrire vino a 10 dollari per bottiglia, e ciò farebbe crescere la domanda”; mentre nel settore off-trade sono preoccupanti le recenti fusioni tra società di distribuzione e di vendita al dettaglio: “avremo minor concorrenza e meno canali di vendita”
Soldi per la ricerca spesi male
Franzia e la sua Bronco Wine CO. sovvenzionano generosamente la ricerca dell’American Vineyard Foundation, ma egli si è detto è contrario alle sovvenzioni pubbliche alla ricerca. Molti fondi sono mal impiegati, ha affermato, raccontando che 600 milioni di dollari sono stati spesi per la ricerca sul “glassy-winged sharpshooter” (si tratta dell’Homalodisca vitripennis, una delle cicaline vettrici del Morbo di Pierce).
“La nostra azienda ha speso 2 milioni di dollari tra controlli e reclami per non aver trovato alcuna cicalina “glassy-winged sharpshooter” in 25 anni e nelle 25 miglia quadrate dei vigneti del Kern Country. Certamente le contee di Napa e Sonoma sono molto più esposte alle malattie della vite, rispetto ad altre regioni viticole, ma vogliono che gli altri viticoltori della California paghino le loro ricerche”.
Franzia ha al contrario espresso la sua soddisfazione per i recenti cambiamenti nella leadership del programma vino della California State University a Fresno: “ciò offrirà nuove opportunità e permetterà di creare un dipartimento di viticoltura applicata che possa rispondere alle esigenze dell’industria di settore”. FEB
Foto: Ken Freeze
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