A 170 milioni di ettolitri, secondo le ultime previsioni del Copa-Cogeca. Aumenti in Spagna, Francia e Italia, recupero nel Centro e nei Balcani. La stagione è stata caratterizzata da un ritardo medio di circa due settimane
Il Copa-Cogeca ha rilasciato le stime sulla vendemmia europea. Si tratta di una buona raccolta, con un aumento generale del 15,2% rispetto alla passata stagione ma, a causa delle cattive condizioni meteorologiche, anche un ritardo medio nella raccolta di circa due settimane. Al momento la vendemmia è terminata in Grecia (+18,8% sul 2012), dove le condizioni climatiche si sono rivelate estremamente favorevoli e la qualità eccellente. In Spagna manca ancora da raccogliere il 30% della produzione, le stime sono buone (+36%), la qualità soddisfacente. In Ungheria, dove la vendemmia si concluderà questa settimana, la produzione è quest’anno nettamente superiore a quella della stagione passata (+47,4%). Crescita del raccolto prevista anche per il Portogallo (+10,6%). Produzione stabile, ma ritardi, anche in Polonia, Austria (+2,4%) e Germania (+0,2%).
Per il nostro Paese il Copa-Cogeca prevede una crescita della produzione (+6,9%) che tuttavia rimarrà inferiore alla media degli ultimi cinque anni. Per la Francia, dove le condizioni atmosferiche sono state difficili, ci si aspetta comunque un +6,6% sul 2012.
Intervenuto alla conferenza stampa organizzata per diffondere i dati elaborati il presidente del gruppo di lavoro “Vino” del Copa-Cogeca, Thierry Coste, ha dichiarato: “Si nota quest’anno una ripresa significativa della produzione e la qualità è buona, dopo un raccolto poco abbondante l’anno scorso, ma le scorte sono limitate. Anche i prezzi sono stabili e sembra che si tratti di una buona stagione. L’anno scorso l’UE ha perso alcuni mercati per via degli scarsi volumi e occorre ora riconquistarli”.
“Nonostante le buone prospettive, dobbiamo rimanere prudenti – ha aggiunto Pekka Pesonen, segretario generale del Copa-Cogeca – l’equilibrio sul mercato risulta parzialmente dagli effetti della ristrutturazione e dall’estirpazione degli anni precedenti. Dobbiamo sorvegliare attentamente la produzione per evitare crisi in futuro. Relativamente al commercio, il mercato statunitense è la prima destinazione delle nostre esportazioni di vino. Sarà quindi essenziale che, nel contesto dei negoziati per la liberalizzazione degli scambi commerciali tra l’UE e gli Stati Uniti, le discussioni si concentrino sull’accesso al mercato e sulle barriere non tariffarie, nonché sulla risoluzione delle questioni ancora in sospeso nel’ambito dell’accordo sul vino del 2006, ovvero la protezione delle nostre indicazioni geografiche e delle nostre menzioni tradizionali”.
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