A Lonigo, presso la cantina dei Colli Berici-Gruppo Collis, Veneto Agricoltura, Regione e Avepa hanno fatto il punto sul comparto, produzioni ed export 2013. Prosecco verso i 240 milioni di bottiglie, con il Docg si arriva a oltre 300 milioni
Com’è ormai consuetudine, ogni anno nel mese di gennaio, è stato presentato il consuntivo della vendemmia 2013 nel Veneto. Quest’anno l’incontro si è tenuto a Lonigo, presso la sede degl gruppo Collis. Dati alla mano, Giuseppe Catarin (Regione Veneto-Direzione Competitività Sistemi Agroalimentari) e Luca Furegon (Avepa-Settore Produzioni Zootecniche e Vegetali) hanno ricordato che ancora una volta il Veneto si è confermato prima Regione italiana per produzione di uva con 11.780.836 quintali (+8,29% rispetto al 2012) per una produzione di vino pari a 8,5 milioni di ettolitri.
Facendo riferimento allo schedario viticolo 2013, la superficie vitata veneta si attesta intorno ai 77.481 ettari di cui circa 21.685 ettari a varietà Glera (Prosecco), seguita dalla Garganega (9.836 ettari), Pinot Grigio (8.719 ettari), Merlot (7.004 ettari) e Corvina (6.506 ettari). Il numero di aziende si attesta invece intorno alle 30.500 unità con una media regionale di superficie condotta pari a 2,54 ettari.
Tra le denominazioni principalmente rivendicate troviamo la DOC Prosecco (+14,43% rispetto al 2012), l’IGT VENETO (+9,06% rispetto al 2012, di cui il 27% è costituito da Veneto Pinot Grigio), in diminuzione l’IGT Marca Trevigiana (-3,24%). Da segnalare anche l’IGT delle Venezie (+27,79 rispetto al 2012 e di cui il 59% è costituito da “Delle Venezie Pinot Grigio”). In leggero aumento la DOC Valpolicella (con 842.278 q.li di uva rivendicata) e la DOCG Conegliano Valdobbiadene (con 841.278 q.li).
Focus Cina
Occhi puntati anche sul mercato cinese, con il duplice obiettivo di mettere in luce le enormi potenzialità che il mercato cinese mostra per questo prodotto e fare quadrato attorno al comparto che da queste opportunità può trarre grandi benefici.La Cina del vino è un mercato che ci è ancora oscuro. Sembra non esserlo, invece, per la Francia che al momento spadroneggia nella terra del Dragone quasi indisturbata; e non solo come esportatrice, tanto che il 50% del vino importato dal paese asiatico arriva d’Oltralpe, ma anche come vinificatrice. Basti pensare che in molte province della Cina i francesi hanno impiantato una grande quantità di vigneti internazionali, puntando a rendere quelle terre d’oriente uno dei più importanti produttori di vino al mondo: nel 2012 erano già 570mila gli ettari a vigneto (per darne una misura, in Italia sono 770mila, in Francia 800mila ed in Spagna oltre un milione). Quindi la Cina non rappresenta solo un mercato da “aggredire” ma anche un potenziale concorrente da cui guardarsi.
Di fronte a numeri potenziali da capogiro – ricordiamo che la Cina conta oltre 1,35 miliardi di abitanti – il comparto vitivinicolo veneto si sta dunque attrezzando per farsi largo in quello che potrebbe rivelarsi, anche per il “Leone”, una sorta di Eldorado asiatico. “Per ora – ha detto al riguardo Thomas Albert Rosenthal, della Fondazione Italia-Cina – l’export di vino veneto in Cina vale “appena” 11 milioni di euro, ma va pure sottolineato che questo dato risulta quadruplicato negli ultimi cinque anni”.
Rosenthal ha anche spiegato ai numerosissimi operatori presenti come funziona il mercato cinese e quanto siano interessanti le opportunità che esso offre. Il Veneto, prima Regione vitivinicola italiana, intende dunque allargare la via del vino che porta in Cina per consentire ai nostri produttori di sfruttare al meglio le grandi potenzialità offerte da quei mercati.
Il focus di Lonigo è servito anche per fare il punto sulle esportazioni del vino veneto nel 2013 e sui flussi mondiali dell’export. Maria Teresa Coronella (Regione Veneto-Direzione Sistema Statistico), in merito al mercato cinese, ha ricordato che l’Italia arriva appena il 6,1% contro il 49,8% della Francia, il 14,4% dell’Australia, il 9,3% del Cile e il 7,1 della Spagna.
Il commento di Zaia
“La rivoluzione del Prosecco, che ho avviato da assessore regionale e concluso da Ministro, sta dando gli effetti attesi, che riassumo in reddito alle imprese vitivinicole, impulso all’export del settore, valorizzazione e promozione dell’immagine del “made in Veneto”, del “Made in Nord est”” e dell’Italian Style del vino nel mondo. Per questo voglio ringraziare tutti i produttori, sia quelli che nell’ultimo decennio hanno capito il valore e l’importanza di questa Denominazione tutta nostra, sia quelli che per decenni si sono rotti la schiena per decenni sulle balze delle colline trevigiane da Conegliano a Valdobbiadene per creare le fondamenta e dare ad esse la solidità che ha portato questo vino al successo mondiale”.
Lo ha afferma il presidente del veneto Luca Zaia, commentando i dati produttivi diffusi dal consorzio del Prosecco a DOC e che si possono sintetizzare in oltre 240 milioni di bottiglie prodotte nel 2013, con una crescita del 24 per cento rispetto all’anno precedente, con uve prodotte su una superficie di 20 mila ettari complessivi, dei quali circa l’82 per cento in Veneto il resto nel Friuli Venezia Giulia. “Voglio ricordare che questa produzione a denominazione è la base di una piramide di qualità al cui vertice c’è il Prosecco Superiore DOCG: Conegliano – Valdobbiadene e Asolo, con la “punta” del Cartizze. Stiamo parlando di altri 75 milioni circa di bottiglie nel 2013, con una crescita numerica del 5 per cento ma soprattutto con un aumento dell’export: + 14 per cento, prodotto praticamente solo dalla versione spumante”.
“Questo significa che il Nord Est ha prodotto lo scorso anno oltre 315 milioni di bottiglie, avviando il superamento con un campione mondiale come lo Champagne. E’ una progressione prevista e anche ben governata – conclude Zaia – che i produttori e la filiera sapranno trasformare in un sorpasso non solo nel campo dei vini di territorio, che sono l’anima della enologia europea , ma anche, ciascuno con le sue peculiarità, nel settore della spumantistica”.
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