La radiografia del comparto fatta da Regione, Veneto Agricoltura e Avepa. Corre l’export: previsti 1,4 miliardi di euro (il 31% del dato totale Italia). Tra le Do, il Prosecco guida la top ten con una quota del 40% di tutta la produzione regionale
Settantasette mila ettari di vigneto, quasi quaranta mila produttori (compresi i piccoli agricoltori), oltre dieci milioni di quintali di uva raccolta, più di nove milioni di ettolitri di vino, compresi i mosti e i vini acquistati fuori regione, una previsione di export di quasi 1,4 miliardi di euro (circa il 31% del totale italiano): sono questi i numeri 2012 del comparto vino veneto.
I dati sono stati presentati di recente in occasione dell’incontro “Internazionalizzazione del vino veneto e strategie dell’altro mondo”, promosso da Regione, Veneto Agricoltura e Avepa a Rocca Sveva di Soave (Vr).
L’evento è stato occasione per radiografare l’intero settore nell’anno appena trascorso a partire dal bilancio della vendemmia. Come hanno ricordato nei loro interventi Giuseppe Catarin (Regione Veneto) e Luca Furegon (Avepa), la parte del leone nella raccolta 2012 l’hanno fatta le province di Treviso e Verona (rispettivamente 4,59 e 3,78 milioni di quintali di uva raccolta), che da sole coprono i tre quarti della produzione complessiva di uva nel Veneto. Seguono le province di Vicenza (quasi 940 mila quintali), Venezia (872 mila), Padova (596 mila), Rovigo (14 mila) e Belluno (poco più di 4 mila).
Scendendo nei dettagli delle tipologie produttive, dei 9,257 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2012 ben 3,257 sono dati da Dop Bianco, che ha segnato un +12,64% rispetto al 2011, mentre altri 2,378 sono costituiti da Igp Bianco (-2,76%). Crolla la produzione di vino bianco non a marchio (748mila ettolitri, -41,71%).
Il Dop rosso supera di poco il milione di ettolitri (-4,77% rispetto al 2011) e l’Igp arriva a 1 milione e 460 mila (+0,65%), mentre cresce la produzione di vino rosso non a marchio (342 mila ettolitri per al +15,01%).
Volendo fare la top ten 2012 delle prime Do troviamo in testa il Prosecco (Glera), con i suoi 2,263 milioni di quintali (38,1% del totale). Seguono Valpolicella (819 mila quintali, 13,8%), Conegliano-Valdobbiadene (815 mila quintali, 13,7%), Soave (754 mila quintali, 12,7%), Bardolino (358 mila quintali, 6%), Bianco di Custoza (164 mila quintali, 2,8%), Venezia (151 mila quintali, 2,6%), Valdadige (112 mila quintali, 1,9%), Colli Berici (70 mila quintali, 1,2%) e Piave (56 mila quintali, 0,9%).
Tornando all’export, Maria Teresa Coronella (Regione Veneto) ha evidenziato, nell’ambito dei mercati di sbocco, come la Germania rimanga la prima destinazione del vino veneto, benché si confermino di grande interesse anche paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada.
Antonio De Zanche (Veneto Agricoltura), infine, ha presentato uno studio condotto da Veneto Agricoltura sui piani strategici “dell’altro mondo”, ossia dei Paesi produttori di vino dell’emisfero sud. Si tratta di realtà viticole lontane che però rappresentano dei competitors agguerriti nei confronti del vino veneto, avendo dal 1998 al 2009 raddoppiato la propria quota del mercato mondiale, attualmente pari al 25%. Dall’esame dei piani strategici pubblicati negli ultimi dieci anni da questi Paesi emergono gli obiettivi, le azioni e gli strumenti adottati per consolidare il settore vitivinicolo e aumentare la penetrazione sui mercati internazionali.
Cliccare qui per scaricare le relazioni presentate a Soave.
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