Una dieta che sfrutta in maniera ottimale le sinergie dei diversi nutrienti assunti nelle giuste quantità è il segreto di una vita più sana. Il nesso tra alimentazione e insorgenza delle malattie al centro dell’opera sintesi della pluridecennale attività di ricerca di T. Colin Campbell, presentata in "prima" europea a Vicenza
A Vicenza, nell’ambito dell’evento Be4Eat, si è tenuta di recente una conferenza-presentazione in prima europea di un importante libro, “The China Study”, sintesi della pluridecennale attività di ricerca nel campo della nutrizione umana svolta dal prof. T. Colin Campbell. Nel corso della giornata il pubblico intervenuto numeroso ha potuto ascoltare la storia di un viaggio, come l’ha definito il professore, che ha preso le mosse da idee dimostratesi sbagliate in voga 50 anni fa: l’importanza di privilegiare il consumo di proteine di elevata qualità, cioè di origine animale, e l’opportunità di studiare i nutrienti e i loro effetti singolarmente, uno ad uno. Le sue ricerche hanno sfidato questi assunti di base. Alla curiosità di Campbell non sfuggirono agli inizi degli anni ’70 i risultati di una ricerca indiana, condotta su animali, che dimostrava la possibilità di incidere sullo sviluppo di un carcinoma modificando il livello di proteine contenute nella dieta. Si dimostrava che le proteine pur necessarie, se assunte in eccesso – oltre il 10% per gli animali da laboratorio sull’apporto calorico della dieta – avevano la capacità di accelerare lo sviluppo del carcinoma. Successivamente si è dimostrato che lo stesso livello vale più o meno anche per gli essere umani.
La dieta come strumento di prevenzione e di cura
Il consumo umano di proteine si colloca tradizionalmente tra il 10 e il 22-23% dell’apporto calorico della dieta, ma le proteine di origine vegetali, come ad esempio quelle derivanti dalla soia o dal frumento, anche a livelli di consumo pari al 20% delle calorie della dieta e anche più non hanno impatto sullo sviluppo pretumorale. Le proteine animali invece, stimolando la produzione dell’ormone della crescita Igf, assunte a certi livelli rappresentano un fattore di rischio. Squilibri alimentari possono quindi essere una delle spiegazioni delle malattie tumorali, al pari di inneschi genetici e sostanze riconosciute come cancerogene. Le conclusioni hanno dimostrato che una dieta basata in
prevalenza su cibi integrali di origine vegetale, con pochi grassi e senza proteine animali risulta collegata ad associazioni causa-effetto che portano a meno malattie in generale, e meno malattie degenerative croniche in particolare. La dieta quindi come potente strumento di prevenzione. La letteratura scientifica elenca anche una serie di patologie che rispondono positivamente a una dieta vegetariana. La dieta quindi anche come strumento di cura.
La lifestyle medicine
Da queste constatazioni si è fatta avanti una nuova definizione di nutrizione e una nuova medicina, la lifestyle medicine, basata su un approccio olistico, che tiene conto degli effetti integrati di innumerevoli alimenti e dei numerosi meccanismi complessi che in rete producono effetti sulla salute. Non ultima l’importanza dell’esercizio fisico, del riposo, dell’acqua, e dell’esposizione al sole quali elementi qualificanti un sano stile di vita.
“La nutrizione è una sinfonia biologica!”, afferma Campbell con enfasi. Il relatore non ha quindi mancato di offrire alla platea le proprie personali prescrizioni per una vita che sia più sana possibile: avere consapevolezza che l’alimentazione controlla la nostra espressione genica in positivo e in negativo; che i nutrienti assunti oltre un livello ottimale, in più o in meno, producono effetti avversi; che i nutrienti funzionano attraverso tutta una rete di vari meccanismi, non uno solo; che i nutrienti sia per tipo che quantità di origine animale presenti negli alimenti aumentano il rischio di certe patologie, in particolare quelle che vanno sotto il nome di malattie del benessere, viceversa quelli di origine vegetali; che il cancro è una malattia geolocalizzata, in altri termini è influenzata dal contesto ambientale, a sua volta fortemente influenzato dal modello alimentare; che ci sono malattie catalogabili come tipiche delle fasce più povere della popolazione e alcune tipiche delle fasce più ricche; che il diabete e alcune cardiopatie possono essere trattate attraverso la nutrizione; che la stessa strategia in ambito della dieta è in grado di controllare un ampio spettro di patologie.
Il nome dato alla ricerca, The China Study, deriva dal fatto che il nucleo centrale delle risultanze della ricerca sono state ottenute studiando le mappe del tumore al seno in 2.400 contee cinesi monitorate dal 1973 al 1975. Questa enorme banca dati è servita per capire il peso delle cause genetiche rispetto a quello della dieta e dello stile di vita nello sviluppo di questo tipo di patologie.
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