Esportate quasi un milione e mezzo di casse negli Stati Uniti. La categoria in maggiore crescita è quella degli Champagne rosati che ora contano per oltre il 16% delle spedizioni in questo mercato, quando nel 2005 valevano il solo 6,4%
I dati di Impact Databank indicano che nel 2013 le esportazioni di Champagne sono calate del 1,2% in volume (raggiunti 25,4 milioni di casse) e dello 0,4% in valore (fatturati 4,4 miliardi di euro). Il calo generale è soprattutto frutto delle cattive performance nei mercati europei, qui il calo in volume arriva a una media del 3% sull’anno precedente. Qualcosa meglio, ma nulla di esaltante, fanno destinazioni quali gli Stati Uniti, l’Australia e l’Asia
In particolare le spedizioni verso gli Usa sono cresciute nel 2013 dello 0,9% in volume (totalizzando 1,49 milioni di casse) e dello 0,4% in valore (per un fatturato di 373 milioni di euro, equivalenti a circa 395,5 milioni di dollari).
Guardando ai marchi, il più forte si è rivelato Moët Hennessy USA di Veuve Clicquot (+6,3% e 385mila casse), segue in dinamica opposta perché perde il 7% in volume Moët & Chandon (355mila casse). Insieme i due marchi LVMH valgono il 6% di tutte le spedizioni verso l’Usa. Al terzo posto per export in volume vi è stato di Pernod Ricard Perrier-Jouët che ha fatto un piccolo passo in avanti sul 2012, +0,6% per un totale di 71mila casse. Il quarto, Nicolas Feuillatte, è quello tra i top five maggiormente cresciuto, +11% sul 2012 e 67mila casse inviate negli Stati Uniti. Al quinto posto, stazionario, +0,1%, troviamo Piper-Heidsieck che ha inviato verso questa destinazione 51mila casse.
Nel mercato statunitense guadagna popolarità lo Champagne rosato. Nel 2013 le spedizioni di questa tipologia hanno raggiunto 2,9 milioni di bottiglie, sono il segmento in più rapida crescita in questo mercato e valgono il 16,2% delle spedizioni tutte di Champagne, quando nel 2005 il loro peso era del solo 6,4%.
FEB
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