Lo prevede, per il 2015, il Comité Champagne che per lo scorso anno registra una crescita delle spedizioni verso le destinazioni di lungo raggio accanto a un calo dei consumi in Francia
Entro la fine del 2015, l’export di Champagne supererà per la prima volta nella storia, le vendite in Francia. Questo è il parere, espresso lo scorso 17 gennaio durante la festa dello Champagne dell’arciconfraternita di San Vincenzo di Epernay, da Vincent Perrin, novello Managing Director del Comité Champagne,.
La notizia è stata diffusa, tra gli altri, da Decanter.
Secondo i dati, ancora provvisori, del Comité le vendite generali di Champagne sono cresciute nel 2014 dell’1% sull’anno precedente, fino a circa 308 milioni di bottiglie.
Se da una parte le vendite domestiche sono calate, l’export 2014 è invece cresciuto, in piccola percentuale per quanto riguarda l’Europa, mentre in modo più consistente per le destinazioni di lungo raggio, quali Stati Uniti, Giappone e Australia. Situazione questa abbastanza in linea con quella del 2013 quando le vendite in Francia erano calate del 2% sul 2012 (per un totale di 167 milioni di bottiglie), e le esportazioni avevano raggiunto 137 milioni di bottiglie.
Particolarmente interessante poi quanto dichiarato, nella stessa occasione della festa di Epernay, da Perrin in merito ai suoi progetti manageriali per il 2015. Accanto alla promozione delle esportazioni, obiettivo del Comité Champagne per l’anno in corso è quello lavorare allo sviluppo sostenibile. Ulteriore segno questo del fatto che sostenibilità e biologico sono concetti (e progetti) che sempre si fanno strada nella filiera di produzione dello Champagne; qualche giorno fa (si veda qui) vi avevamo in proposito parlato del parere di uno dei più importanti enologi francesi, il quale vede proprio la produzione biologica e biodinamica uno dei cardini del futuro dello Champagne.
FEB
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