Presentati a Riccagioia i risultati del progetto triennale dell'Università di Milano relativo a uno dei vitigni più antichi del territorio
E’ stata presentata al Centro Riccagioia la prova di spumantizzazione di uno dei più antichi vitigni autoctoni dell’Oltrepò Pavese: il team di ricerca dell’Università di Milano coordinato dal professor Lucio Brancadoro, in collaborazione con l’enologo Simone Fiori, ha lavorato dalla vendemmia 2013 per misurare la piacevolezza di un Metodo Classico ottenuto da uve Croà (Cruà nella tipica espressione dialettale). Si tratta del vitigno risalente alla seconda metà del 1700 che è stato ispiratore del nome del marchio collettivo Cruasé, che oggi identifica la pura espressione rosa del Pinot nero Metodo Classico dell’Oltrepò Pavese. La prova è stata effettuata con un affinamento di 10 mesi sui lieviti, tre in tutto, due dei quali isolati in Oltrepò Pavese; il terzo è uno starter di origine francese comunemente utilizzato nel tiraggio del Metodo Classico. I ceppi autoctoni isolati in Oltrepò sono frutto di una ricerca finanziata da Regione Lombardia “Progetto Enotrack” e realizzata sempre dall’Università di Milano da un gruppo di ricerca formato dal professor Roberto Foschino, dalla biologa Ileana Vigentini in collaborazione con la Scpa Riccagioia, nella persona del microbiologo Vincenzo Fabrizio.
“La ricerca di microorganismi autoctoni – spiega Foschino – è cominciata nel 2009 coinvolgendo 10 aziende agricole sul territorio dell’Oltrepò e si è protratta per 3 anni. Ha generato risultati molto interessanti con oltre 250 isolati diversi tra i quali, attraverso selezioni successive, sono stati scelti i 2 con le caratteristiche tecnologiche e di qualità sensoriali più promettenti”.
La valorizzazione del patrimonio varietale autoctono ha spinto i team di ricerca a unire una varietà locale antica con i microorganismi isolati nello stesso ambiente. “L’idea era quella di far sposare lieviti e uva indigeni – spiegano Simone Fiori e Vincenzo Fabrizio – per ottenere con il Metodo Classico un prodotto pura espressione di terroir. Oggi si sta provvedendo all’iscrizione del Croà al registro nazionale dei vitigni e i lieviti, proprietà di Università di Milano e del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, potrebbero essere da adesso pronti a un percorso di valorizzazione commerciale”.
L’uva Croà, selezionata nell’ambito di un progetto di miglioramento genetico (“Migliorvite”) da Brancadoro, si presenta con un grosso grappolo, mediamente compatto, con acini tondi e di grandi dimensioni. Il vino ottenuto con la classica vinificazione con macerazione presenta un colore rosso tenue, con alta acidità e sentori fruttati di bacca rossa. La spumantizzazione rende ancora più evidente le qualità eccellenti del connubio lieviti-vitigno, suggerendo ai vitivinicoltori dell’Oltrepò Pavese di farne tesoro per il futuro.
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