Nonostante la forte tassazione sugli alcolici, il numero di thailandesi disposti a spendere per bere fine wine è oggi tre volte più alto rispetto a quello della Cina continentale, senza contare le possibilità date dal forte turismo europeo, americano e russo. Opportunità anche per il vino italiano
James Suckling, critico e influente giornalista del vino di fama internazionale (è senior editor di Wine Spectator) ha recentemente rilasciato a The Drink Business alcune dichiarazioni di particolare interesse sul mercato del vino in Thailandia.
Secondo il critico americano, che da tempo conosce e vive i mercati di Hong Kong, Cina e, appunto, Thailandia, lo stato di Bangkok sarebbe dei tre citati quello oggi maggiormente promettente per la crescita dei consumi di vino di qualità nei prossimi anni.
Il numero di consumatori di vino thailandesi disposti a spendere più di 20 dollari o più per bottiglia sarebbe, già oggi, tre volte più alto rispetto a quello della Cina continentale. Se ciò fosse vero, si tratterebbe di circa 900mila bevitori di fine wine. Il dato è ancora più significativo sei si pensa che si tratta di un mercato in cui il peso fiscale sul vino è particolarmente forte e dunque un’ipotetica diminuzione delle accise farebbe crescere ancora di più i consumi.
Inoltre la Thailandia è un paese che ogni anno accoglie migliaia di turisti europei, americani e russi che, durante il loro soggiorno, sono soliti spendere molti soldi in vino di qualità.
Nel prossimo mese di dicembre Jack Suckling, figlio di James, terrà poi una serie di degustazioni di vino italiano a Bangkok: la famiglia Suckling dunque vede in questo mercato anche buone opportunità per i nostri vini.
FEB
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