Secondo i dati dell’HMRC in cinque anni la vendita illecita di birra, spiriti e vino è costata al Tesoro quasi 13 miliardi di sterline. Sono 31 miliardi se si aggiungono tabacchi e carburanti
Le mancate entrate dovute alla contraffazione e all’evasione fiscale per prodotti quali alcolici, tabacco e carburanti sono costata al Tesoro del Regno Unito ben 31 miliardi di sterline (quindi più di 36 miliardi di euro) negli ultimi cinque anni (2010 – 2015).
Ciò quanto emerge dalle stime dell’HMRC (Her Majesty’s Revenue and Customs), il dipartimento governativo per le entrate del Regno Unito, analizzate dalla Taxpayers’ Alliance (TPA), un gruppo di pressione molto influente nel paese e nato nel 2004 allo scopo di promuovere una minor pressione fiscale in UK.
Alcol tabacco e carburanti sono tra i prodotti più tassati e quindi quelli per i quali – secondo la lobby sopracitata – è più facile scaturisca un mercato illecito.
Tra il 2010 e il 2015 in particolare, il mercato illecito dei superalcolici è costato al HMRC fino a 3,57 miliardi di sterline (diamo qui e di seguito l’upper estimate, quindi più di 4 miliardi di euro), quello della birra fino a 5,8 miliardi di sterline (6,75 miliardi di euro circa), quello del vino fino a 3,5 miliardi di sterline (4 miliardi di euro). A conti fatti si tratta di circa 12,88 miliardi di sterline tra vino, birra e superalcolici.
Restringendo il campo d’indagine al solo anno fiscale 2014-2015, la birra venduta illegalmente è ancora tra gli alcolici la bevanda dalla quale si stimano le maggiori perdite nelle entrate fiscali (si tratta di 1,5 miliardi di sterline), seguita dai superalcoli (1,16 miliardi di sterline). Le perdite derivanti dal mercato illecito del vino sono state invece stimate fino a 630 milioni di sterline, cifra comparabile a quelle stimate per i tre anni precedenti, ma notevolmente inferiore a quella proposta per il 2010-2011 (1,11 miliardi di sterline).
Notevoli anche le stime relative alla quota percentuale degli alcolici in questo mercato nero. Se, infatti, il settore dei tabacchi rimane quello più impattante tra quelli analizzati (quindi alcolici, tabacchi carburanti), con uno share fino al 40% per l’Hand Rolling Tobacco e del 12% per le sigarette nel periodo 2014-2015, per la birra le stime indicano una quota che vale fino al 22%, per superalcolici una quota fino al 20% e per vino con una quota fino al 9%.
FEB
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