Resta alta la tensione sui prezzi dei vini comuni: +5,5% annuo, il più marcato da inizio anno. Da rilevare, tuttavia, che per lo meno nella dinamica mensile è emerso un ritmo decisamente più attenuato rispetto a quello di qualche mese fa, con il +0,3% di settembre che si confronta con punte dello 0,8% di marzo e aprile
Settembre riporta in alto la colonnina dei prezzi di alimenti e bevande analcoliche. Con uno 0,6% di scatto mensile e un più 2,8% tendenziale (vale a dire rispetto al settembre 2011) il food & beverage ha ripreso a marciare a passo sostenuto.
Le più recenti evidenze alla fase al consumo sembrano al contrario confermare una stabilizzazione delle pressioni inflazionistiche nel reparto degli alcolici, con i vini che hanno mantenuto lo stesso ritmo di marcia dei due mesi precedenti (+3,8%); birre e spirits appaiono invece in frazionale decelerazione.
Le evidenze generali hanno dato nel frattempo riscontro di un’inflazione cristallizzata, ferma al 3,2% del mese precedente. Ma a una flessione congiunturale dei prezzi dei servizi, in larga parte determinata da fattori stagionali, si è contrapposta la fiammata dei beni energetici non regolamentati (+3,5% su base mensile), riconducibile all’aumento dei prezzi dei carburanti.
Andamenti fortemente differenziati, dunque, tra i diversi capitoli di spesa, che nell’effetto composito hanno comunque impedito un ulteriore scatto in avanti del caro-vita.
Tornando al comparto alimentare, va segnalato che il rimbalzo di settembre incorpora le forti tensioni che hanno coinvolto nel corso dell’estate diverse commodity agricole, in primis cereali e soia. Rincari che avrebbero già innescato un effetto domino, generando tensioni a valle del sistema e soprattutto a carico dei derivati dei cereali e delle carni, raparti che potrebbero riservare ulteriori pressioni inflazionistiche nei prossimi mesi.
Quanto ai prodotti enologici, resta alta la tensione sui prezzi dei vini comuni. Alla fase al consumo il confronto annuo restituisce per questo segmento un rincaro del 5,5%, il più marcato da inizio anno. Da rilevare, tuttavia, che per lo meno nella dinamica mensile è emerso un ritmo decisamente più attenuato rispetto a quello di qualche mese fa, con il più 0,3% di settembre che si confronta con punte dello 0,8% di marzo e aprile.
Più moderato il trend dei vini di qualità, con il tendenziale di settembre sceso al 2,8% (era al 3% ad agosto), 4 decimi di punto sotto il tasso di inflazione. In frenata (ma tuttora sostenuta) la dinamica dei prezzi degli spumanti, scesa al 3,1% anno su anno.
E’ probabile, nel breve, con riferimento all’insieme delle referenze enologiche, che all’attuale fase di stabilità ne segua una di graduale rientro delle tensioni. Meno rosee le prospettive di più lungo termine, considerando gli inevitabili strascichi inflazionistici legati alla decisione del Governo (disegno di legge di stabilità) di innalzare l’Iva di un punto percentuale. Per i vini, soggetti all’aliquota ordinaria, dal 21% attuale si passerebbe, a partire dal primo luglio 2013, al 22%.
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