Nonostante il carovita sia ancorato a +1,2%, i listini di vini e spumanti continuano a crescere, rincarati sia su base mensile che annua
Luglio lascia invariato il tasso di inflazione, ancorato all’1,2% di giugno. Ma l’estate porta in alto la colonnina di mercurio dei prezzi al consumo dei generi alimentari, con la dinamica tendenziale balzata al +3%, dal 2,8% del mese precedente, nonostante la diminuzione su base mensile (-0,8%) attribuibile al sensibile calo dei prezzi delle componenti più volatili, rappresentate da vegetali e frutta fresca. Le condizioni generali sembrano dunque confermare lo scenario inflazionistico di inizio stagione. Anzi a ben vedere l’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, rallenta all’1,1%, dal +1,2% di giugno.
Nella dinamica mensile si segnalano forti tensioni solo sui costi dei trasporti, che in trenta giorni hanno sperimentato un rialzo dell’1% secco, il più marcato tra tutte le divisioni di spesa monitorate dall’Istat. Anno su anno il fronte più caldo resta invece il comparto food, bevande incluse, con i prezzi in accelerazione soprattutto per frutta, oli, pollame e lattiero-caseari. Un altro scatto in avanti l’hanno messo a segno i vini (in tandem con la birra e gli aperitivi) rincarati in un mese di 4 decimi di punto. Rispetto a un anno fa le referenze enologiche hanno spuntato un +4,6% (la dinamica tendenziale era al +4,5% a giugno), ancora una volta sotto l’effetto spinta dei vini da tavola (+8,5% rispetto a luglio 2012).
Anche per gli spumanti i dati Istat segnalano un’accelerazione al +2,7%, dal 2,4% di giugno. Stabili invece i vini di qualità, con i prezzi che rispetto a un anno fa hanno mantenuto lo stesso ritmo di marcia, inchiodato al +2,4%. Da segnalare il balzo in avanti della birra (rincarata in un mese dello 0,3%), che incorpora però componenti stagionali legate al consueto aumento dei consumi estivi.
In generale, appare comunque difficile fare previsioni sulla direzione futura dei prezzi, in questa fase di forte incertezza soprattutto in relazione agli sviluppi delle politiche monetarie internazionali. Le borse di mezzo mondo, ma anche i mercati valutari, stanno scontando da alcuni mesi le attese di una stretta da parte della Federal Reserve, la banca centrale Usa, dopo una prolungata fase espansiva che ha trasferito enormi masse di liquidità nei circuiti finanziari. Una mossa che, se confermata, potrebbe influenzare (e lo sta già facendo) sia i rapporti di cambio tra le valute che gli scenari inflazionistici futuri di alcuni paesi, soprattutto emergenti, mutando in maniera piuttosto drastica le condizioni macroeconomiche globali.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat
Devi essere connesso per inviare un commento.