Uno scatto in avanti di 4 decimi di punto a distanza di un solo mese. Un ulteriore rincaro che ha spinto i listini su livelli superiori del 4,5% a quelli di un anno fa.
Uno scatto in avanti di 4 decimi di punto a distanza di un solo mese. Un ulteriore rincaro che ha spinto a giugno i prezzi al consumo dei vini su livelli superiori del 4,5% a quelli di un anno fa.
Gli ultimi conteggi dell’Istat, che segnalano anche una leggera ripresa dell’inflazione, confermano il trend al rialzo delle referenze enologiche. Una dinamica che al momento ha deluso le attese, seppure in un contesto in cui operatori e analisti restano orientati a un assestamento al ribasso dei valori, probabilmente a partire dalla stagione autunnale.
Le condizioni dei mercati, per lo meno nelle fasi a monte rispetto a quella al consumo, suggeriscono in effetti una prossima inversione di tendenza anche per i listini retail, considerando che all’ingrosso già si rilevano da alcuni mesi compravendite a prezzi scontati. Si tratterà, ovviamente, di verificare l’esito vendemmiale 2013, anche se in generale sembra ormai alla “portata del mercato” una revisione al ribasso delel quotazioni, che avrebbe se non altro l’effetto di attenuare le forti tensioni degli ultimi mesi.
Con il dato di giugno la crescita tendenziale (anno su anno, ndr) dei prezzi al dettaglio dei vini ha raggiunto il picco dal febbraio 2009. Per le referenze da tavola la forbice su dodici mesi è rimasta ancorata al più 8,2%, contro il 2,4% di aumento rilevato sia per i vini di qualità che per il gruppo degli spumanti.
Resta ampio il divario (3,3 punti percentuali) rispetto al tasso di inflazione generale, che nel frattempo dall’1,1% di maggio si è portato al più 1,2%. Va anche rilevato che nell’ambito degli alcolici, ad eccezione dei vini, in ulteriore accelerazione, è emersa a giugno una dinamica in netto rallentamento sia per gli spirits (dall’1,6 all’1,4 per cento la crescita annua dei prezzi) che per le birre, che dall’1,3% tendenziale hanno frenato al più 1%.
Minori tensioni si rilevano anche sull’intero capitolo degli alimentari e delle bevande analcoliche, con le acque minerali addirittura in deflazione (-0,4% i prezzi rispetto al giugno 2012, fenomeno che non si vedeva dal dicembre 2010).
Food & drink, al netto degli alcolici, hanno decelerato al più 2,8%, dal 3,1% di maggio, nonostante il comparto abbia archiviato, insieme al capitolo trasporti, il maggiore rincaro mensile (+0,6%), conseguente agli aumenti dei prodotti non lavorati, in particolare della frutta fresca (+6,9% in un mese). Tra i lavorati oltre ai vini, con il più 0,4% rispetto a maggio, hanno spinto sul pedale dell’acceleratore burro e oli di oliva, rincarati in un mese dello 0,5 e dello 0,4 per cento.
Quanto ai prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, l’Istat ha rilevato aumenti dello 0,4% su base mensile e dell’1,7% rispetto al giugno 2012. Un dato, quest’ultimo, in evidente accelerazione rispetto all’1,5% tendenziale di maggio.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat
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