Per il vino l’aumento annuo è del 3,5%, in accelerazione rispetto al +3% di febbraio: il tasso tendenziale supera oltre il caro-vita (+3,3%) per la prima volta da due anni
Marzo, in linea con le previsioni, spinge ancora al rialzo i prezzi al consumo dei vini. L’aumento annuo, del 3,5% (il confronto è con marzo 2011), in accelerazione rispetto al +3% di febbraio, ha portato il tasso tendenziale oltre il caro-vita per la prima volta da due anni. Con l’inflazione che in base ai conteggi definitivi dell’Istat ha confermato il mese scorso il +3,3% di febbraio.
Il balzo dei vini, che sulla distanza di trenta giorni sono rincarati in media dello 0,5%, riflette le tensioni dei prezzi che da diversi mesi stanno caratterizzando i mercati alla prima fase di scambio. Anche se la cinghia di trasmissione tende a smorzare al consumo le spinte inflattive alla produzione, a causa delle difficoltà di trasferire a valle rincari che alla prima fase di scambio hanno sfiorato a marzo la soglia del +40%.
C’è anche da rilevare che l’accelerazione dei vini, registrata il mese scorso, incorpora in quel +3,5% tendenziale gli effetti del caro-carburanti, con il gasolio che in un anno ha sperimentato un aumento del 22,5%. Per i trasporti, rileva l’Istat, marzo ha chiuso con un’accelerazione del prezzi all’8%, dal più 7,5% di febbraio. E le previsioni, per diverse voci di spesa, sono orientante a un proseguimento delle tensioni, seppure in una condizione di estrema fragilità dei consumi finali e di generale peggioramento del quadro congiunturale.
Tornando alla disamina dei prezzi, da una comparazione diretta tra bevande analcoliche e spirits emerge una dinamica nettamente più accelerata per le prime, con il +4,1% tendenziale di marzo che si rapporta al +3,1% delle bevande alcoliche.
Sullo scontrino della spesa incide sicuramente il 3,5% di aumento dei vini. Ma sono diversi i reparti ancora più “caldi”, con latte, formaggi e uova rincarati, in un anno, del 3,8%, e il comparto ittico in “decelerazione” al +3,7% (due decimi di punto percentuale in più dei vini), dal 4,6% tendenziale di febbraio.
I prossimi mesi potrebbero inoltre alzare l’asticella dell’inflazione alimentare. Le proiezioni dell’Unioncamere, basate sulle richieste di adeguamento dei listini alla fase industriale, indicano in media un rincaro alla produzione del 5%, con tensioni soprattutto per pasta, riso e cereali per la prima colazione, ma anche per carni, uova e altre referenze del food.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat
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