L’indice di settore fermo per la prima volta da aprile 2011, in controtendenza rispetto al carovita
Le evidenze di giugno sulla dinamica inflazionistica confermano le attese di una progressiva stabilizzazione dei prezzi nel reparto vinicolo. Va rilevato innanzitutto che al giro di boa del 2012 i dati Istat confermano, dopo un lungo trend espansivo, un’eloquente pausa di riflessione, con il tasso tendenziale, dato dal confronto dei prezzi con lo stesso mese dell’anno scorso, che per la prima volta da aprile 2011 ha smesso di crescere, confermando il +3,9% di maggio. Questo mentre il tasso di inflazione generale ha di nuovo accelerato al +3,3%, dal 3,2% di maggio.
Le ultime indicazioni sembrano anche ribadire, sempre per le referenze vinicole, la graduale attenuazione della dinamica congiunturale dei prezzi. L’aumento mensile ha frenato ancora a un +0,3% (era allo 0,4% a maggio e allo 0,5% ad aprile). Con i vini da tavola che, tra i diversi prodotti monitorati dall’Istituto nazionale di statistica, restano quelli che hanno maggiormente traslato a valle gli aumenti registrati alla fase alla produzione, determinati da una vendemmia (quella 2011) crollata ai minimi storici.
Per questa categoria di vini, infatti, giugno ha chiuso con un rincaro mensile dello 0,5% e annuale del 5,2%. Le stesse indicazioni relative ai vini di qualità (comunque meno inflattivi anche alle fasi a monte del consumo) restituiscono aumenti sui prezzi retail nell’ordine dello 0,1 e del 3,2%. Mentre in un mese guadagnano 4 decimi di punto gli spumanti, che nella dinamica tendenziale ricalcano grosso modo l’andamento dei Dop-Igp, con un 3,3% di aumento rispetto al giugno 2011.
La stasi segnalata dall’Istat nel reparto vinicolo contrasta in maniera piuttosto evidente non solo con l’aumento del carovita, ma anche con la brusca accelerazione dei prezzi al consumo di alimenti e bevande analcoliche, che dal 2% di crescita tendenziale di maggio si sono portati al più 2,7%.
Sono diverse le componenti di spinta nel reparto food, la frutta in primis, ma anche le carni suine e il pollame. Per le bevande alcoliche, invece, giugno ha frenato al più 3,3%, dal 3,4% tendenziale di maggio. Oltre ai generi alimentari, i maggiori contributi all’inflazione si devono ai capitoli trasporti e abitazione, acqua elettricità e combustibili. L’unica voce deflattiva resta quella delle comunicazioni, con i prezzi che su base annua hanno archiviato un meno 0,8%.
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