La pensa così quasi il 90% dei ristoratori intervistati dalla Fipe. Una modalità di consumo che ben si concilia sia con un consumo più moderato e salutista, sia con l’opportunità degustare più prodotti insieme. Senza contare la minore incidenza sulla spesa
Come vanno i consumi di vino al ristorante? Le opinioni, secondo quanto emerge da una recente indagine della Fipe, Federazione pubblici esercizi, sono diverse: secondo il 44,4% dei ristoratori intervistati, infatti, i consumi di vino sono in flessione, per il 33,3 sono stabili e per il 22,2 invece in crescita, complice un’aumentata cultura del vino. Ad accomunare però quasi il 90% degli intervistati è l’opinione che il vino al bicchiere piace sempre di più, perché meglio si concilia, da un lato, con un consumo più moderato e salutista, dall’altro con l’opportunità di poter degustare più prodotti in uno stesso pasto. Senza contare l’incidenza, in termini economici, della spesa di un calice rispetto alla bottiglia. Il calo del consumi, infatti, è imputato – sempre secondo l’indagine – in larga maggioranza all’attenzione alle più restrittive regole del codice della strada (60% delle opinioni), a motivi legati alla salute (25%), ma anche alla contingente crisi economica che incide sul portafoglio (poco più del 14%). Le preferenza del consumatore collocano in cima alla top ten rossi e bollicine; in calo i rosati, stabili le etichette estere e lo Champagne. Bene i vini di territorio, pollice verso invece per quanto riguarda il formato “mezza bottiglia”.
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